Cinque posti da assegnare, sei nomi in campo. Non c’è più quello di Antonio Di Pietro, ipotesi considerata tramontata negli ambienti dem. C’è quello di Roberto Ruta, però.
Il senatore uscente, fondatore di Ulivo 2.0 con l’obiettivo di creare un’alternativa al governatore renziano Frattura, potrebbe rientrare a casa. Figliol prodigo? Ovvio che il rientro – se sarà – non sarà disonorevole, ma incontra resistenze. Ovvio anche questo, dopo mesi di contrapposizioni feroci.
Potrebbe essere lui il candidato nel collegio maggioritario del Senato. E Fanelli sul proporzionale. E qui c’è un ostacolo: un tandem fra chi fino a ieri si è combattuto non parte favorito.
Alla Camera i vertici locali del Pd non considerano archiviata la possibilità di schierare Domenico Iannacone. Quanta speranza e quanta previsione oggettiva ci sia in queste dichiarazioni è difficile dirlo. In campo c’è Laura Venittelli, però. Ci sono anche i nomi, e si arriva a sei, degli assessori Vittorino Facciolla e Carlo Veneziale. Disponibili se il partito lo chiede, pure se l’orizzonte privilegiato per loro erano e restano le regionali del 22 aprile.
Se Ruta accetta di correre nel Pd, Ulivo 2.0 di fatto viene depotenziato. Il parlamentare, che sarebbe uno dei dieci dell’area Emiliano nelle liste dem, sta riflettendo. Renderà nota la sua decisione tra oggi e domani. Ai suoi di Ulivo 2.0 ha detto: le sirene mi stanno chiamando ma io resisto. C’è chi lo descrive invece impegnato in colloqui e trattative inequivocabili. Però per l’ufficialità bisogna aspettare.
L’altro fondatore di Ulivo 2.0 Danilo Leva è stato dirottato nel collegio proporzionale Teramo- L’Aquila. Alla direzione nazionale di Liberi e Uguali gli abruzzesi avevano inviato 20 nomi. Lì, come in Molise, la partita per la sinistra di Grasso è complicatissima, quasi proibitiva. Si punta coi resti a eleggere un deputato nel proporzionale e il collegio migliore sembra essere quello di Pescara. Dove pure è stata paracadutata una parlamentare uscente non abruzzese, la calabrese (eletta nel 2013 in Piemonte) Celeste Costantino. Il clima non è dei migliori. I ‘cugini’ non hanno affatto digerito i diktat di Grasso. «Anche perché, con tutto il rispetto, non è che ci hanno inviato come capilista Bersani o D’Alema, leader nazionali», commenta un dirigente di LeU abruzzese. L’assemblea regionale ha respinto i nomi, ma Roma li ha confermati. Il cammino, già arduo, si carica di un fardello pesante: il mancato entusiasmo. Resta fuori dalla partita l’uscente Gianni Melilla. Il deputato pescarese sabato terrà una conferenza stampa per tracciare il bilancio di mandato.
ritai

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