Nulla di fatto nella riunione della segreteria regionale del Pd di ieri. Oggi sono in programma gli incontri nelle federazioni, in contemporanea. E non si escludono, anzi il gruppo dirigente li ha messi in programma, vertici con gli alleati. Per esempio, con la Civica Lorenzin di Pierpaolo Nagni, il Psi. Non si è compreso bene, perché il riserbo è quello solito del Pd, se la porta è stata definitivamente chiusa a Molise 2.0 (così si chiama ora la creatura di Ruta e Leva) oppure se invece – come qualcuno che ha preso parte al summit di ieri ha proposto in questi giorni – si debba riprovare e fare un estremo tentativo. Che significherebbe, però, trovare un nome che faccia sintesi.
Da Roma, per sovrintendere al percorso che porterà all’indicazione del candidato presidente del centrosinistra targato Pd, è arrivato il senatore Salvatore Margiotta. Lucano, nel partito nazionale si occupa di Infrastrutture. Ha assistito alla discussione e riferirà al Nazareno.
Arrivato in mattinata, pare che prima del conclave in via Ferrari abbia avuto un breve colloquio con la segretaria regionale Micaela Fanelli e con i protagonisti principali della vicenda, con lo stesso governatore Paolo Frattura.
Alla riunione che si è svolta dal primo pomeriggio hanno preso parte, fra gli altri, anche gli assessori Carlo Veneziale e Vittorino Facciolla e il sindaco di Campobasso, la presidente dell’assemblea dem ed ex parlamentare Laura Venittelli, oltre ai rappresentanti delle federazioni. Al riserbo sfugge che da Termoli e Isernia sarebbe arrivata la richiesta di discontinuità. Il primo cittadino di Campobasso avrebbe invece invocato l’unità del centrosinistra. Dalla federazione del Medio Molise, invece, disco verde alla riproposizione del presidente uscente. Che ha già avuto l’investitura dall’assemblea degli amministratori locali lunedì. È pronto ad accettare la sfida ma si rimetterà alle decisioni del Pd.
Un percorso complicato, perché si conoscono da tempo critiche e ambizioni personali di altri esponenti dem. Così Frattura resta sospeso. Anche se l’unico ‘diktat’ emerso è fare unità. Lui, al termine della riunione, smorza i toni nella dichiarazione all’Ansa: «Sono tranquillo e sereno: sono qui a fare le liste. Sono del Pd e seguirò le indicazioni del Pd». Anche la segreteria nazionale ora è coinvolta nelle decisioni finali. L’imprimatur è atteso nelle prossime ore.

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