Entrata ed esordio più dirompenti Luigi Di Maio non poteva averne ieri sera in piazza Duomo. Forse sottovalutando il clima ventilato del borgo, si è presentato con giacca e camicia sbottonata. «Siamo qui per dare una buona notizia, non basta tagliare i privilegi della politica per trovare i soldi per aiutare tutti i cittadini ma finché non tagliamo quelli nessuno ci crederà. Oggi a distanza di dieci giorni dalla loro elezione, Roberto Fico e tutto l’ufficio di presidenza della Camera hanno dato il via alla procedura di taglio dei vitalizi agli ex parlamentari, hanno iniziato la rivoluzione gentile che è quella che avevo promesso perché se un cittadino dopo 30 di lavoro prende 400 euro di pensione non è possibile che guardi chi dopo una sola legislatura ne prende 3mila». E se ci fosse stato un applausometro, consenso e rumore sarebbero schizzati alle stelle. «Come sono venuto a dirvi che questa legge elettorale non ci avrebbe tagliato fuori, oggi vi chiedo se ci impegniamo in questa regione possiamo eleggere il primo presidente della regione della storia dei 5 Stelle, se c’è la mettiamo tutta possiamo farcela. Vi prometto che noi ce la metteremo tutta prima del 22 aprile e anche dopo per creare un governo del cambiamento, ci vedete impegnati a parlare della formazione del governo. Ha senso andare al governo se quel governo sarà in grado di cambiare tutto nel Paese, non ha senso fare il Presidente del consiglio per tirare a campare, non sto chiedendo una alleanza ma un contratto dove ci impegniamo a mettere al centro i vostri problemi». Di Maio cerca davvero di illustrare la regia pentastellata. «Ho deciso di dire non alleiamoci, non facciamo coalizione, non dividiamo poltrone, il risultato delle elezioni politiche è stato clamoroso, siamo la prima forza politica del Paese, il primo movimento d’Europa. Questo risultato ci deve portare alla responsabilità di cambiare un paradigma in politica e abbiamo proposto il contratto sul modello tedesco, noi partiremo dai 20 punti sulla qualità della vita degli italiani ma ogni volta che dico di mettere al centro i problemi qualcuno mi risponde che deve stare con Berlusconi, invece no loro devono scegliere con chi stare». E il coro d’approvazione in piazza è stato impressionante. «Voi eleggete Andrea Greco e io spero di tornare da presidente del Consiglio tra un mese. La vostra città è la porta di una regione bellissima, ma tutto quello che abbiamo detto per anni è il momento di concretizzarlo perché non ne posso più di chiacchiere. aggiunge Di Maio – la nostra ambizione è governare in modo tale che si possa percepire il cambiamento mi sveglio e sono tranquillo perché sento tutti più felici, oggi siamo arrivati a questo risultato. Io sono fiducioso che un governo si formerà e sarà un governo del cambiamento, so che gli italiani non hanno più tempo e pazienza ed e per questo che stiamo chiedendo che la presidenza del Consiglio dei ministri vada ai Cinque Stelle, non solo perché siamo la prima forza politica ma perché possiamo garantirvi che quelle cose del contratto si faranno. Ha più chance di portare a casa risultati uno che ha preso zero voti o uno che è stato votato?» Poi ha spiegato alcuni passaggi della legge sul reddito di cittadinanza e si è soffermato sull’elezione delle tante donne in Parlamento, prima di lasciarsi abbracciare dai suoi fan.

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