Donna di spirito, che non si sottrae. Non si sottrae a domande scomode o alla ‘chiamata’ all’impegno diretto in politica in un momento difficile, in cui molti ‘scappano’.
Carmela Lalli, invece, è sul ring in una delle campagne più impegnative per il centrosinistra molisano, candidata del Pd alle regionali. E siccome lei non si sottrae viene facile partire in quarta.
Braccio destro del governatore Frattura, super consulente della Regione, artefice di tutte le operazioni – quelle finite bene e quelle che purtroppo sono finite male – che hanno riguardato la filiera avicola. Quale di queste definizioni che gli avversari (politici e non) danno di lei le dà più fastidio e perché?
«Sinceramente non credevo di suscitare un interesse tale tra i miei antagonisti (politici e non) da ricevere affermazioni così altisonanti! Utilizzo dunque la sua domanda per chiarire che il mio ruolo, ovvero quello di consigliere giuridico del presidente della giunta, è previsto da anni dal regolamento dell’amministrazione regionale, quindi già svolto nelle precedenti legislature da altri professionisti. Con l’unica eccezione che chi fosse il consulente giuridico di Paolo Frattura era ben noto a tutti, chi fossero invece i professionisti a cui era stato attribuito il mio stesso ruolo dal precedente governatore non era dato sapere! Per quel che concerne l’ipotesi che le strategie messe in campo dalla sottoscritta e dal presidente Frattura su talune operazioni, come quella sulla filiera avicola, fossero sbagliate, lascio parlare i fatti: il gruppo Amadori, secondo player italiano del settore, ha firmato un contratto di sviluppo che permetterà alla filiera di ripartire e a buona parte dei lavoratori ex Gam di essere assorbiti dalla nuova realtà industriale. Se queste sono le operazioni che finiscono male…».
E chi è, invece, Carmela Lalli?
«Carmela Lalli è una donna nata e vissuta a Campobasso, avvocato, sposata con Antonio e madre di Giuliana. Legata alle mie origini, dopo la laurea in Giurisprudenza a Roma, ho aperto lo studio legale nella mia città, dove esercito la professione dalla metà degli anni Novanta occupandomi prevalentemente di tematiche civili, societarie e diritto d’impresa. Il lavoro ha tirato fuori quella parte del mio carattere decisamente riflessiva: non sono una persona che agisce d’istinto e d’impulso, o perché il momento richiede un determinato comportamento. Il mio impegno nelle cose è sempre frutto di un’attenta analisi della situazione. E poi mi ritengo una donna coerente e leale. Basti pensare al mio impegno in politica: sono di centrosinistra da sempre, da quando la passione mi ha animato e mi ha permesso di essere eletta al Comune di Campobasso nel 1995, nella prima era Massa per ricordarci. Lo sono stata in tutti questi anni fuori dalle istituzioni, e lo sono ora accanto al Partito Democratico».
Perché si candida alla Regione adesso e perché con il Pd?
«Come dico sempre, per fare ‘del’ bene e ‘bene’ al nostro Molise. Perché sono una donna di centrosinistra ed il Partito Democratico è la casa naturale che mi ha accolto dopo l’esperienza con il Pds. E poi mi candido perché, guardando al difficile momento che stiamo vivendo dove rabbia, incertezza, disaffezione ed impopolarità nei confronti della politica la fanno da padrone, diventa necessario, anzi doveroso provare ad apportare il proprio contributo, la propria esperienza, la propria proposta caratterizzata da professionalità e competenza per permettere lo sviluppo della nostra regione».
Agli elettori preferisce presentarsi con il bilancio delle cose realizzate in questi anni o con la promessa di un impegno su alcuni fronti in particolare?
«Agli elettori mi presento con le mie idee, che sono poi quelle che hanno abbracciato il programma elettorale del candidato presidente Carlo Veneziale e di tutto il centrosinistra.
In questi anni ho svolto un ruolo tecnico per la Regione Molise e, insieme al presidente Frattura, abbiamo dovuto affrontare questioni assai delicate, che riguardavano le sorti di centinaia di famiglie molisane. Sappiamo tutti l’eredità che ci è stata consegnata dai governi precedenti, lo sapevamo quando Paolo si candidò cinque anni fa e sapevamo dove mettere le mani, consapevoli che avremmo dovuto compiere scelte impopolari, che i cittadini avrebbero capito soltanto nel tempo, ma necessarie per sanare il bilancio regionale. Quindi, io mi presento con ciò che da qui al futuro dovrà essere: partendo da conti in ordine, dal rispetto delle regole del mercato e da un debito sanitario azzerato possiamo adesso pensare a consolidare la crescita e ad investire ad ogni livello, dal lavoro alle infrastrutture, dal turismo alla cultura».
Per Primo Piano giochi su tutti e due i tavoli. Prima di tutto: la cosa di cui va più fiera di questi cinque anni da tecnico a Palazzo Vitale e quella che invece avrebbe fatto diversamente o meglio.
«Ribadisco quel che ho affermato precedentemente: l’operazione di salvataggio della filiera avicola attraverso la messa in sicurezza della società pubblica Gam e la realizzazione dell’exit strategy con l’ingresso del gruppo Amadori è sicuramente uno degli obiettivi che mi ero posta e che è stato favorevolmente raggiunto. Discorso a parte merita la questione Zuccherificio per la quale siamo stati duramente attaccati, ma in quel caso, e diversamente da Gam, mancavano proprio le condizioni tecnico-giuridiche ed economiche per poter raggiungere lo stesso risultato.
Quel che invece mi sarebbe piaciuto portare a termine prima della scadenza del mandato è l’importante operazione di exit strategy dal comparto delle società pubbliche impegnate sulla così detta “Montagna molisana”: percorso, per la sua complessità, assai più accidentato e che siamo riusciti a realizzare solo in parte».
E adesso tre cose che, se eletta a Palazzo D’Aimmo, saranno il suo core business da consigliere regionale.
«Per la mia formazione professionale la prima area di interesse è sicuramente quella relativa al mondo dell’impresa e delle attività produttive, tematica questa fortemente connessa al lavoro.
Mi piacerebbe poi impegnarmi ed implementare le politiche di sviluppo turistico-culturali, necessarie per rendere la nostra regione attrattiva, sia in termini di nuova occupazione che in termini di vera e propria crescita economica. Naturalmente, non può essere escluso, parlando di turismo e cultura, il tema delle infrastrutture: solo riuscendo ad “avvicinare” i territori con strumenti di viabilità fondamentali, sarà possibile avviare un ragionamento serio sul turismo e sulle politiche culturali. In questi anni ad esempio è stato avviato un percorso importante per quel che concerne l’integrazione del trasporto ferroviario e su gomma: azzerando il debito pari a 90 milioni di euro che la Regione Molise aveva con Trenitalia, si è potuto procedere alla stipula di un nuovo contratto di servizio grazie al quale si riuscirà ad elettrificare l’intera tratta Campobasso-Roma. Quello che in tanti hanno chiamato “metropolitana leggera” altro non è che un’operazione volta a non vanificare fondi già disponibili ed utilizzarli così per l’elettrificazione della linea Campobasso-Bojano».
r.i.

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