Voci, nomi, prese di posizione. E guerre interne. Tutto il repertorio politico dei giorni che precedono la composizione di un esecutivo.
Donato Toma non ne è scalfito più di tanto. Neanche infastidito, sa che in questa fase ‘ci sta’, chiunque cerca di tirarlo per la giacchetta come direbbe Antonio Di Piero. «Di orientare il mio convincimento», il neo presidente della Regione esprime così il concetto. «Io risponderò con gli atti, con la nomina della giunta. Un’istituzione non parla così, in libertà».
Non entra nella querelle interna alla Lega. Non commenta le indiscrezioni e i nomi circolati come assessori esterni, per esempio la segretaria della Uil Tecla Boccardo. Risponderà con i nomi veri. Prima di decidere, Toma infatti spiega che non ha ancora definito le caselle, incontrerà i consiglieri di maggioranza. Per un saluto e per una chiacchierata politica. «Sto meditando in queste ore. Ho dichiarato delle cose in campagna elettorale e le rispetterò. Ma quello che ho da dire lo dirò coi provvedimenti». Una cosa però la indica già: non seguirà le ‘liturgie politiche’ tradizionali. E i molisani hanno eletto i consiglieri non gli assessori. Quella nomina è una sua prerogativa, nella quale non si sente condizionabile politicamente.
Per stemperare il clima racconta, di ritorno da Agnone, di aver ricevuto una benedizione ad hoc dal vescovo di Trivento. «Sono quindi più sereno ancora di prima. Nel merito, ho sempre detto che sceglierò prevalentemente fra gli eletti. Sto valutando chi mi può essere utile in questa prima fase. Ho intenzione, infatti, di fare una verifica entro un anno per capire come ha lavorato la squadra. In Molise abbiamo problemi gravissimi e chi viene in giunta dovrà prendersi le responsabilità delle cose da fare.
Non circolano ancora nomi e identikit precisi ma sembra assai probabile che il governatore nominerà, fra i cinque assessori, un esterno. Un tecnico, magari esperto di un determinato settore su cui Toma vuole puntare o che a suo parere ha bisogno di maggiore attenzione.
Cinque assessori, dunque, più il sottosegretario e il presidente del Consiglio. Il puzzle non sarà una semplice copia della ‘graduatoria’ venuta fuori dalle urne del 22 aprile: ci saranno assessori d’esperienza e qualche ‘giovane’ dal punto di vista amministrativo. Ci sarà, ha detto qualche giorno fa Toma, almeno una donna. E probabilmente un esterno. Con un occhio allo scenario nazionale ed europeo. «Mi trasformo in barman, metto insieme tutti questi elementi e viene fuori il cocktail che è la giunta. Capisco la fase di agitazione di queste ore – ribadisce il presidente – ma è mia intenzione trovare la soluzione migliore per il Molise e i molisani». Non per gli eletti o i primi dei non eletti, per dire.

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