Michele Iorio: “A volte, la mia fiducia incondizionata a tutti gli attori del centrodestra è stata mal riposta”. Gianfranco Vitagliano: “Resto leale, ma bisogna cambiare”. Prosegue sul web il dibattito tra il governatore e il suo assessore, in attesa dell’incontro fissato per il prossimo 3 luglio. “Ci sono stati comportamenti assolutamente anomali e di difficile interpretazione negli ultimi tempi” – precisa Iorio. “Eppure, i rapporti conservati in questi anni non lasciavano prefigurare questo genere di comportamenti. Lo iorismo di cui parla Vitagliano? Fino a poco tempo fa non c’è mai stata la sensazione che ci fosse stato un giudizio negativo sul comportamento che abbiamo avuto insieme in questi anni. Non ho compreso quell’iniziativa, anche se l’assessore Vitagliano si è più volte giustificato, in privato, dicendo che lo ha fatto per stimolarmi a cercare nuove strade”. Così Iorio in un post di sabato sera, che ha affrontato anche il tema Isernia. “Rosetta” non voleva candidarla. Ma c’è stato chi lo pressava: «Se c’è Rosetta stiamo insieme e la coalizione non si divide». “Ce l’avrei fatta se non avessi, insieme a me, certi traditori. Rosetta è stata boicottata e non dalla gente. A Isernia si è giocata una partita tutta interna al centrodestra per cui molti, o alcuni, hanno immaginato di raggiungere obiettivi propri”.

Alle 7.30 di domenica mattina l’ingegnere circoscrive l’area della sfida. “Non sono traditore e non ho fatto nulla per meritare l’appellativo. Dire sempre sì, che tutto va bene, essere ortodossi a prescindere non è leale, non aiuta a fare le buone cose e, soprattutto, è arte dei cortigiani e pane dei sudditi. Io non sto tra questi. Sappiamo tutti e due, e bene, le questioni che ci hanno visto divergere, così come sappiamo bene – rammenta a Iorio – le tante cose buone che abbiamo fatto, insieme. Qualche volta la divergenza si é composta, in altre occasioni no. Ma nella mia lealtà sono inflessibile. Quando si vota e si sta in una squadra lo si fa, rispettando ruoli e maggioranza, ed assumendosene le responsabilità. E questo ho sempre fatto. È vero ho chiesto, e forte, di cambiare. Sì, cambiare, a cominciare dalla squadra, dai comportamenti, dalle scelte più qualificanti, dalle stanze a noi più vicine, se rimaniamo in sella. A cambiare, fin dove serve, se si va al voto, per vincere bene e governare altrettanto bene”.

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