Che il centrodestra avesse un problema era evidente. Ma ieri sera l’assessore Mazzuto ha rischiato la sfiducia, è stato salvato dal numero legale.
Lui non c’era, neanche il presidente Toma c’era. Dieci i sì, a suggellare un atto che non avrebbe conseguenze pratiche, è sempre il governatore a dover revocare le deleghe a un componente dell’esecutivo. Ma politicamente, il solco si è allargato non poco.
Per esempio, il capogruppo dei Popolari per l’Italia Andrea Di Lucente ha dichiarato in Aula che se si tratta di sfiduciare Mazzuto «noi siamo i primi a farlo, ma nelle sedi giuste». La sede, cioè, è quella della maggioranza.
La mozione è stata discussa dopo un blitz riuscito di Aida Romagnuolo. Ha chiesto l’anticipazione del documento – presentato quando in Assise Mazzuto si era detto favorevole al regionalismo differenziato – che porta firme bipartisan: Pd, 5s e le due ex leghiste, Romagnuolo appunto e Filomena Calenda. L’Aula ha votato per l’anticipazione, prima scossa. Calenda ha attaccato pesantemente Mazzuto, lo aveva fatto già nel dibattito sulla mozione che chiede allo stesso assessore e a Toma di prorogare i termini del bando per i fondi della non autosufficienza e aprire al confronto con le associazioni (mozione approvata). Il fronte si era compattato, con i 5 Stelle pronti a dare una spallata importante e il Pd che con la capogruppo Micaela Fanelli ribadiva le ragioni di quella sfiducia.
Tensione palpabile, che è aumentata quando – dopo un primo stop per mancanza del numero legale – è tornato in Aula il segretario dem Vittorino Facciolla. «Sfiduciare un assente è una pagina che non fa onore al Consiglio regionale e al Pd», ha detto in evidente polemica con Fanelli. A Romagnuolo e Calenda ha consigliato coerenza: «O state in maggioranza oppure no». Non era d’accordo col blitz perché fatto in assenza di Toma e Mazzuto e perché, essendo privo di conseguenze concrete, si sarebbe rivelato un autogol. Ma poi, per disciplina di partito, ha votato sì alla mozione. Dieci i voti a favore della sfiducia a Mazzuto: le due ex leghiste, il Pd, i 5 Stelle. Il centrodestra – che con Pallante aveva chiesto di rinviare il voto – è uscito dall’Aula neutralizzando (per ora) l’offensiva.
L’atmosfera era tesa già da ieri mattina. Quando 5s e Pd hanno attaccato sulla nomina del nuovo Cda di Molise Dati: minoranze escluse, un atto illegittimo. È stata presentata anche una mozione che chiedeva la revoca della delibera di giunta. L’immediata discussione è stata respinta: 8 sì, 8 no e due astenuti.
Nel pomeriggio, fra gli altri, è passato un odg di Di Lucente che impegna Toma ad avviare un dialogo con i vertici Asrem per ottenere la revoca dell’avviso per le postazioni del 118. Il motivo? La possibilità per le associazione di assumere infermieri, in presenza di alcune condizioni, fa temere per l’esternalizzazione del servizio.

r.i.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.