Come avviene spesso da un po’, galeotti sono stati i social. È lì che nascono indiscrezioni, ricostruzioni. Più o meno verosimili.
Michele Iorio ha incontrato Aldo Patriciello per uscire dall’impasse. La reunion dell’ex governatore e dell’eurodeputato – amici e avversari – cambia la musica nel centrodestra. Questo più o meno il messaggio che ha viaggiato su Facebook.
«Non ho incontrato Patriciello, no. Ma resto convinto che serva una verifica…».
Presidente Iorio, permette che io non le creda? Non subito comunque.
«Capisco le sue perplessità. Ma posso garantire che non l’ho incontrato. Se l’avessi incrociato lo avrei perlomeno salutato. Ma non lo vedo da circa un anno».
Dai tempi della composizione della giunta Toma, quindi. E non le serve una riunione con Patriciello per ribadire una richiesta di verifica, vedo.
«Resto convinto che una maggioranza politica che si rispetti debba fare nel più breve tempo possibile una verifica. Continuando così, lo sfaldamento è inevitabile anche perché c’è una conflittualità non sopita da alcun intervento chiarificatore. Contrapposizioni che non caratterizzano un governo di centrodestra, per come lo interpreto io».
Dopo le amministrative si aspettava la verifica. Dal presidente Toma sono arrivate risposte?
«Il presidente è sfuggente rispetto a uno stato di difficoltà evidente. Funziona solo il senso di appartenenza. Ma non c’è una linea chiara, un’idea progettuale per risolvere i problemi veri dei molisani. C’è quindi un problema di prospettiva. Io credo che tutto risieda nel metodo utilizzato per la composizione dell’esecutivo, quel metodo D’Hondt che sembrava miracoloso e non lo è stato».
Vuole una verifica per ridiscutere l’assetto della giunta. Conferma?
«Sì, ma anche una verifica sui progetti che dobbiamo realizzare per il Molise. Dobbiamo individuare le priorità e mettere in campo atti concreti».
Per entrare in giunta spinge pure Fratelli d’Italia, che pare sia in piena campagna acquisti come i Popolari per l’Italia e la Lega.
«Fratelli d’Italia sta vivendo una fase molto importante e bisogna costruire il partito del futuro. anche l’incarico a Fitto in Europa, ricordo che noi siamo federati con FdI, è un segno tangibile di un partito che si proietta e include».
Se Toma desse un assessorato a Fratelli d’Italia, lei rinuncerebbe alla sua richiesta di entrare nell’esecutivo?
«Alcune questioni vanno condivise, al di là degli aspetti personali. Io sono stato escluso dall’inizio dall’esecutivo e credo che a me e a chi mi ha votato spetti prima di tutto un chiarimento. La mia lista è atipica, recava Iorio nel nome, chi mi ha dato il consenso si aspettava soluzioni diverse. Intanto, quindi, la verifica va fatta sui dati politici e non sui balletti di numeri. Quando avrò capito perché il presidente vuole fare a meno di me nell’esecutivo può darsi che la motivazione mi convincerà e sarò d’accordo. Oppure può darsi di no».
ritai

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