Domenica pomeriggio in giunta regionale. Il governatore Donato Toma sta lavorando con lo staff ad alcune delibere che saranno all’attenzione dell’esecutivo a breve. Prima fra tutte quella sul piano triennale del fabbisogno di personale.
«Parte la stagione dei concorsi. Orientativamente per dieci dirigenti e 30-40 funzionari. Apriremo la mobilità, per i posti che restassero vacanti faremo i concorsi: una parte riservata agli interni di ruolo e una parte agli esterni», spiega il presidente. La Regione torna ad assumere, come la sanità dopo più di un decennio.
Sul suo tavolo probabilmente il ‘dossier’ sulla crisi di maggioranza non c’è. Toma è convinto che le fibrillazioni di queste ore, culminate con le dimissioni (per quanto congelate) di Mazzuto venerdì, non siano prioritarie rispetto all’azione di governo. «Se poi i consiglieri la pensano diversamente, se non sono di loro gradimento o il mio modo di interpretare le funzioni di giunta e Consiglio è troppo nuovo, il rimedio ce l’hanno».
È la mozione di sfiducia?
«Non ne ho alcun timore. Sono stato scelto dai molisani, 73mila molisani. E duemila hanno scelto me e non altri. Credo che il mio gradimento sia testimoniato dal fatto che in 22 giorni di campagna elettorale ho recuperato 32 punti percentuali. Una volta eletto, ho rispettato la coalizione, ne ho rispettato i numeri, nella composizione dell’esecutivo. Non vedo qual è il problema».
L’ex governatore Iorio non ha firmato il documento che ribadisce l’appartenenza alla maggioranza. E ribadisce la richiesta di verifica immediata.
«Non ha firmato il documento dicendomi che non ce n’era bisogno, nel senso che è in maggioranza. Ci siamo stretti la mano. Per cui questa uscita l’ho ritenuta inopportuna. Ha delle ambizioni, ne hanno anche gli altri. Cefaratti ha aspirazioni, le ha Di Lucente, le ha Romagnuolo… Io, da presidente, devo tenerle presente tutte, indipendentemente dalla considerazione che ognuno ha di se stesso. Ascolterò tutti. Passerò l’estate ad ascoltare. La fine dell’estate, invece, ad agire».
Per la casella della Lega come si muoverà?
«La Lega è un partito al governo del Paese, un mio alleato che adesso si sta dimostrando disponibile. Il suo esponente ha rimesso il mandato, qualcuno ne verrà a chiacchierare con me».
Dirigenti nazionali?
«Sì. Se qualcuno pensa però che dobbiamo isolare il Molise dal quadro nazionale io non ci sto. Detto questo, chiunque può venire a parlare con me. Io ricevo in Regione, come i miei dirigenti. Solo in Regione. Non in un bar o altrove se si tratta di cose politiche e istituzionali».
Al di là delle legittime aspirazioni personali, però, Iorio pone il tema di un’azione di governo che non è condivisa col Consiglio. Uno scollamento per lui pericoloso perché allontana dal Molise reale e dai problemi che i cittadini chiedono di risolvere.
«Ho un concetto statutario dei ruoli di Consiglio e giunta. Come dice lo Statuto, il Consiglio detta la strategia e la giunta la esegue. Mi spiego meglio: l’Assise approva le linee programmatiche, il Defr, il bilancio. Queste sono le strategie. Io non so facendo nulla di diverso da quanto l’Aula ha già varato. Quindi, non capisco. Facciamo i concorsi e devo condividere coi consiglieri il percorso? Non credo sia questo il ruolo dell’Assemblea. E chi dovrei consultare, poi, solo la maggioranza o anche le minoranze? Partecipo a tutte le sedute e sono sempre a disposizione: alle richieste legittime dei consiglieri dico sì, a quelle illegittime dico no. Per esempio, se mi chiedono di pensare a una struttura diversa del personale rispondo che delle strutture risponde la giunta e quindi decide la giunta. Così, se da una commissione mi arriva una relazione che individua percorsi che non si possono attivare io non li attivo. Gli obiettivi ai dirigenti? Li dà la giunta. Ma peraltro mi pare che pure i miei predecessori non condividessero queste cose col Consiglio. O mi sbaglio? Interpreto il mio ruolo come dice la Costituzione: il presidente è responsabile della politica della giunta. Finché ci sono io, do io gli indirizzi. E sa una cosa? Qui ci sarebbe da ricordare la storia del Molise un po’ più spesso. I debiti della sanità da quale epoca arrivano, così la fine che hanno fatto Gam e Ittierre. Io sto provando a recuperare e credo che 17 milioni di investimenti destinati alle imprese che hanno dato come risultato gli ultimi indicatori economici positivi siano una prima risposta».
A proposito di sanità, l’indiscrezione che le è arrivata sul Caracciolo che diventerebbe col nuovo piano ospedale di comunità, è stata smentita dal dg dell’Asrem. Così perlomeno riferisce l’assessore comunale di Agnone Amicarelli.
«Amicarelli poteva chiamare me. Gli avrei spiegato, come ho detto alla stampa, che si tratta di un indirizzo ministeriale. Non di una cosa fatta. Un’indiscrezione di cui sono venuto a conoscenza in un colloquio coi commissari. Cosa c’è nel Pos non lo so e non credo lo sappia nemmeno Sosto. Non è su di lui che ho da ridire comunque: ho trovato fuori luogo le dichiarazioni di Amicarelli. A giorni leggerò il documento e chiariremo l’arcano».

r.i.

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