Il fronte si ingrossa. Sono 31 i Comuni in calce alla richiesta di chiarimenti definita al termine della riunione che si è svolta ieri al Gal a Campobasso.
È indirizzata al premier Conte, all’ad di Invitalia Arcuri, al governatore Toma e ai prefetti Guia e Federico.
Nel mirino, ha spiegato alla stampa il primo cittadino di Civitacampomarano Paolo Manuele che è stato un po’ il promotore della protesta nelle ore immediatamente successive alla pubblicazione dell’elenco dei progetti immediatamente finanziabili, è l’assenza di criteri e metodi di valutazione. Critico, Manuele, anche sullo stanziamento per un’impresa privata. Si era detto che il Contratto di sviluppo avrebbe utilizzato il canale di amministrazioni o stakeholder pubblici (come Università e Camera di commercio), invece è spuntato un corposo finanziamento (10 milioni) per un privato. Con danno anche per le altre imprese private, ha rimarcato Manuele, che confidando sul criterio enunciato non hanno partecipato.
I Comuni – di entrambe le province – non escludono ricorsi alla giustizia amministrativa e alle altre sedi competenti a tutela del principio di trasparenza.
Innanzitutto, ora chiedono chiarimenti sul metodo di selezione e l’assegnazione dei fondi che «appare discrezionale e non rispettoso di quelli che sono gli intenti dichiarati in sede istituzionale». La progettualità richiesta che «ogni Comune ha prodotto» sembra non essere stata valutata «in virtù dei criteri verbalmente enunciati», criteri che appaiono «puntualmente disattesi nella fase selettiva». I primi cittadini, quindi, chiedono di conoscere l’iter di valutazione, compresa la composizione del collegio valutativo, «ultimo step di una procedura che appare non possedere alcun requisito di evidenza pubblica».

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