Il caso più eclatante è il Cis. Ma forse anche quello che si può ‘riprendere per i capelli’. Al contratto istituzionale di sviluppo del Molise manca solo la firma del presidente del Consiglio. Conte, quindi, finché resta premier potrebbe siglarlo in qualsiasi momento salvando così i 220 milioni di investimenti previsti. Questo non assicura che saranno portati a termine: nuovo governo, nuovi orientamenti e priorità. Però sulla carta, il Cis potrebbe comunque arrivare al traguardo.
Alcuni dei numerosi sindaci interessati hanno consegnato ieri pomeriggio le loro preoccupazioni all’assessore regionale Vincenzo Niro. Nella riunione che si è svolta a Fossalto sulle provinciali di Campobasso la caduta del governo nazionale l’ha fatta un po’ da padrone nel dibattito. Le amministrazioni che hanno presentato progetti ritenuti ammissibili dovrebbero approvare delibere di Consiglio entro il 15 agosto. Ma da Roma non arrivano più indicazioni e notizie. Se non quella del probabile ritorno alle urne.
Ma sono molti i provvedimenti che rischiano di restare nel guado o di saltare del tutto con la crisi parlamentare aperta dalla Lega. In questa ipotesi, infatti, non ci sarebbe speranza per il decreto Whirlpool che contiene anche lo stanziamento di un milione di euro per ‘ricucire’ la soluzione di continuità degli ex Ittierre e consentire loro l’accesso ad altri cinque mesi di mobilità in deroga. Se va in Gazzetta entro agosto, dovrà essere convertito entro i seguenti 60 giorni, altrimenti decadrà.
Anche per la Zes Adriatica, costituita da Molise e Puglia, manca solo il decreto di istituzione del presidente del Consiglio dei ministri. E pure rischia di dover aspettare la prossima legislatura.
Infine, la sanità. Poiché commissariato, è il settore che subirà meno degli altri le conseguenze dell’assenza di un governo. Il riferimento dei commissari Giustini e Grossi è il tavolo tecnico. Ma senza un’interlocuzione politica, il programma operativo rischia davvero di essere un documento solo ragionieristico. A meno che la struttura commissariale non decida di attendere che a Palazzo Chigi e nei Ministeri si insedino nuovi inquilini. Il che però allungherebbe ancora la proroga di fatto di un programma scaduto, quello di Frattura, e a bruciare del tutto il 2019, che avrebbe dovuto essere il primo anno di vigenza del nuovo piano sanitario. r.i.

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