La mozione sul Piano strategico del Turismo cristallizza i numeri della risicata maggioranza regionale: Toma continua a governare con un solo voto di scarto sull’opposizione. Anche ieri pomeriggio la votazione è finita 11 a dieci. Ai consiglieri del Movimento 5 stelle e del Pd, si sono aggiunti l’ex governatore Iorio e l’ex leghista Aida Romagnuolo, ormai spine nel fianco della Giunta.
«Non ci pieghiamo alla visione miope del turismo molisano da parte della Giunta regionale – spiegano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle -. Lo abbiamo ribadito anche oggi all’assessore regionale Vincenzo Cotugno, durante la discussione alla nostra mozione sul tema presentata otto mesi fa, evidenziandogli ancora una volta tutte le carenze del Piano strategico regionale sul Turismo. Un piano carente – incalzano i sei pentastellati – già solo perché definito senza coinvolgere il Consiglio regionale, organo deputato alla sua redazione, e affidato alla società regionale in house, che non ha competenze specifiche in materia turistica nonostante accolga professionalità importanti. Un Piano, inoltre, caratterizzato innanzitutto da costi elevati: in totale 1 milione e 300mila euro».
Il capogruppo del Movimento, Andrea Greco, puntualizza il dettaglio dei costi dell’elaborazione del Piano.
«All’assessore Cotugno, che parla di mistificazioni, ricordiamo le spese per ciascuno degli step previsti dal Piano e affidati a Sviluppo Italia: per l’elaborazione del progetto di dettaglio, 46mila 890 euro; per l’elaborazione del documento strategico, 245mila euro; per l’identificazione della strategia di comunicazione, 370mila; per l’ implementazione del portale, 223mila euro; per l’elaborazione del modello governance, 120mila ; per il monitoraggio delle attività, 63mila euro e 300mila per i costi diretti. Soldi sottratti ad un comparto che quest’anno segna un drammatico record negativo. Insomma, il Molise merita un futuro diverso, non certo quello che Toma e la sua Giunta stanno tracciando». Ma i 5 Stelle non si fermano all’elenco dei costi sostenuti. «Lo stesso Piano – aggiunge Angelo Primiani – non fa menzione della “Film Commission” prevista invece in una nostra proposta di legge presentata mesi fa e forse ancora bloccata in Commissione solo perché firmata dal Movimento. Al Piano manca una doverosa integrazione delle politiche tra assessorati. Un esempio: il Catalogo della formazione professionale prevede un corso per guide turistiche che non servirà a nulla se non a illudere, dato che la Regione ancora non prevede un esame di idoneità fondamentale ad abilitare alla professione. E poi, il Piano manca di una legge sui grandi eventi, non fa cenno a una rete di piccoli teatri né a una rete dei cammini. Mancano inoltre – sempre secondo il consigliere pentastellato – riferimenti allo sviluppo dei laghi, anche perché le risorse del Fondo di sviluppo e coesione che potrebbero valorizzarli sono fermi da anni. E mancano riferimenti ai marchi, che pure potrebbero creare attrattività. Infine, cosa più importante, il Piano non spiega come realizzare tanti obiettivi e non spiega con quali soldi farlo. In pratica, quanto previsto dalla Giunta in tema di Turismo sembra un compendio di vacue enunciazioni di principio, un esercizio di stile che al Molise serve a poco».
La mozione è stata bocciata, per un solo voto, e intanto «il Piano è impantanato in Commissione da mesi – concludono i 5 Stelle – ancora in attesa di essere calendarizzato e il turismo molisano langue». Buone notizie da Palazzo D’Aimmo per Bojano visto che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno (che ha trasformato una mozione di identico oggetto del consigliere Gianluca Cefaratti) sul completamento del sottopasso ferroviario della città matesina. L’atto di indirizzo prevede che siano riassegnate, con immediatezza dalla Giunta regionale al Comune di Bojano, le risorse necessarie per l’opera ed in particolare 3 milioni di euro a valere sulle risorse FSC 2000/2013; che siano stanziate ex novo ulteriori risorse finanziarie necessarie a soddisfare tutte le procedure amministrative per addivenire alla realizzazione dell’opera in tempi brevi; che siano attivati tutti i canali istituzionali per ottenere la conferma e la proroga dei fondi, pari a 400 mila euro, stanziati per l’opera da RFI; che, stante l’attuale situazione amministrativa del Comune di Bojano, si valuti l’opportunità di individuare altro soggetto attuatore per poter prevenire nel più breve tempo possibile alla realizzazione dell’opera.
L’Assemblea ha approvato, sempre all’unanimità, un altro ordine del giorno (frutto della trasformazione dell’iniziale mozione sullo stesso argomento) sul «Metanodotto Larino-Chieti» sottoscritto dai consiglieri Fanelli, Facciolla, Aida Romagnuolo, Matteo, Greco, Nico Romagnolo, Micone, Tedeschi, Pallante e Iorio.
«Un risultato politico importante, per un’opera infrastrutturale certamente strategica, ma dall’alto impatto ambientale, che ha suscitato, legittimamente, dubbi e preoccupazioni nella popolazione e in molte associazioni ambientaliste, finora mai pienamente fugati dalle istituzioni competenti al rilascio dell’iter autorizzativo – spiega il capogruppo del Pd, Micaela Fanelli -. Dopo una lunga discussione, siamo riusciti a trasformare la mozione – presentata dal Pd e dal consigliere Aida Romagnuolo – in un ordine del giorno, di cui sono stata prima firmataria, che impegna il presidente Toma ad assumere tutte le iniziative atte a verificare l’opportunità di sospendere la realizzazione del metanodotto, con particolare riguardo allo spostamento del tracciato nel bosco Coriundoli di Montecilfone e a valutare gli adeguamenti necessari per garantire le compatibilità. Abbiamo impegnato il governatore a chiedere ogni informazione per comprendere la realizzabilità e l’ubicazione del collegamento presso il Sinarca e a rivolgersi al premier Conte e al Mise per reclamare nuove valutazioni del progetto e l’eventuale sospensione dell’iter procedurale, fin quando non venga comunicato dal Ministro dell’Ambiente il risultato della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Inoltre, il presidente Toma è stato impegnato anche a chiedere alla Regione Abruzzo ogni utile iniziativa per valutare la sospensione o le modifiche necessarie per gli adeguamenti e, infine, a riferire in Consiglio gli esiti delle iniziative intraprese. Azioni necessarie ed indispensabili – sottolinea Micaela Fanelli – visto il potenziale pericolo per l’ambiente e la biodiversità, dal momento che il tracciato attraversa 16 siti di interesse comunitario e una zona di protezione speciale, oltre all’area archeologica di Montenero. Zone sensibili sia dal punto di vista naturalistico-paesaggistico che dal punto di vista del dissesto idrogeologico. Senza dimenticare che l’area frentana, negli ultimi anni, è stata interessata da numerosi terremoti, anche di forte intensità, come quello dell’agosto 2018. Timori, finora, mai dissipati in maniera esaustiva, che hanno portato il Partito Democratico a sollecitare l’intero Consiglio Regionale a comprendere, fino in fondo, la reale utilità e soprattutto la sicurezza dell’opera, così come chiesto a gran voce dai territori interessati dal nuovo metanodotto. Comitati, associazioni, cittadini, ai quali va il vero merito di aver sollevato il potenziale problema e giustamente preteso una risposta politica – e non soltanto tecnica – su un’opera strategica dall’enorme impatto ambientale, che non poteva essere di sola competenza della burocrazia».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.