«L’Italia e l’Europa che vogliamo»: la kermesse azzurra, in corso di svolgimento a Viterbo, cade in un momento politico cruciale per la politica nazionale che non è affatto slegato dal panorama europeo. Un doppio punto di vista, che coinvolge futuro e sviluppo, opportunità e progettualità, sul quale si è concentrata la riflessione a tutto campo dell’europarlamentare Aldo Patriciello che partecipa alla tre giorni nella città dei Papi. «Un partito che discute e si mette in discussione è un partito vivo» ha spiegato subito l’esponente di Forza Italia che, nel ringraziare il presidente Tajani per aver promosso ed organizzato la manifestazione, ha rilanciato sul ruolo del partito all’interno della coalizione di centrodestra. «Un partito vero non è tale se ha un punto in meno o uno in più – ha detto – ma se ha una idea vincente per il futuro». Ed è proprio nell’idea di domani che si innesta il ragionamento che coinvolge lo scenario europeo. «Inutile girarci intorno – spiega l’onorevole Patriciello – l’Europa è la nostra dimensione naturale, l’Italia ha avuto un ruolo di prioritaria importanza nel percorso fondativo, abbiamo contribuito a costruirla» la riflessione che spazza via ogni possibile deriva antieuropeista. Ed è in questo solco che ha puntualizzato, a scanso di equivoci, il suo pensiero. «Siamo alleati con la Lega ma non saremo mai subalterni né moriremo sovranisti. Il punto – ha spiegato ancora – non è essere europeisti o non esserlo ma raccontare la verità sull’Europa e sulle azioni da porre in essere. Come, ad esempio, la necessità di uniformare il costo del lavoro tra i paesi europei; stesso discorso dovrà essere affrontato per la fiscalità per eliminare la concorrenza tra Stati membri». Il tema sul quale l’attenzione del mondo è puntata proprio in queste ore è quello dei cambiamenti climatici che l’europarlamentare molisano ha contestualizzato. «Una sfida da vincere – ha rimarcato Aldo Patriciello – ma occorrono cautela e attenzione rispetto al futuro delle attività imprenditoriali che hanno già sostenuto costi enormi per adeguarsi alle nuove normative». L’Europa e la nuova programmazione al centro dell’ulteriore riflessione circa le possibilità che si aprono per il Mezzogiorno d’Italia e, di conseguenza, per il Molise. «Una enorme opportunità – ha concluso l’europarlamentare – che potrà essere il mezzo per colmare il gap infrastrutturale».

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