Magari non sembrate una squadra vincente, ma lo siete. Quindi giocate da vincenti. È Brad Pitt, il general manager degli Oakland Athletics Billy Beane nel film “L’arte di vincere”.
Film poco conosciuto in Italia, dove il baseball non ha molta presa. Beane prende in mano una squadra che ha perso una finale e gli uomini migliori, non solo: ha perso pezzi sostanziosi di budget a disposizione. L’azienda sanitaria del Molise qualche anno fa era gli Oakland Athletics. Oggi è messa meglio. Ma non ha ancora spiccato il volo. Risanata, i conti a posto, riorganizzata in base alle direttive del piano operativo di Paolo Frattura che con la nomina dell’ex dg Gennaro Sosto nel 2016 ha avuto una concreta e progressiva attuazione, ha davanti una fase di rilancio innegabile. Fase condizionata dall’andamento del piano di rientro della sanità e dalla scelta del successore di Sosto. Perché nei posti di vertice le persone e la loro attitudine al ruolo non sono indifferenti. In via Petrella l’ingegnere calabrese ha creato un spirito di squadra e portato innovazione anche nei processi decisionali. Come a Beane, la motivazione di quadri e dirigenti – al netto di stratificazioni inevitabili in una regione così piccola e con una sola azienda sanitaria che in numero dei dipendenti è forse seconda solo alla Fiat o forse è la prima – gli ha permesso di dare all’ente un modello. E di darne un’immagine diversa da quella non brillantissima del recente passato. È un fatto che a Roma l’azienda unica del Molise – che dalla sua istituzione non ha ancora avuto un dg molisano – abbia trovato in questi anni credibilità e credito.


Il tema, sgombriamo il campo, è la managerialità. Non la concreta offerta di servizi sanitari. È di spiccata managerialità che ritiene di aver bisogno il governatore Donato Toma. Sulla sostituzione di un manager che ha apprezzato subito confermandolo alla scadenza del mandato, il presidente ha sempre detto: voglio il migliore. Un assunto che ha messo nero su bianco nei criteri consegnati alla commissione che valuterà i 22 concorrenti alla carica di direttore generale.
Dell’organismo fanno parte il prof Unimol Francesco Capalbo (presidente), il referente Agenas Giampaolo Grippa e il capo dipartimento Sanità della Regione Liguria Francesco Quaglia. I criteri, selettivi al massimo. Saranno valutate le esperienze di direzione, i titoli formativi e altre esperienze professionali. Avranno rilievo prioritario, ha stabilito la delibera di giunta 376 del 1 ottobre, la gestione di processi di trasformazione strategica e organizzativa, i ruoli di management svolti in contesti aziendali, la carriera, la dimensione delle strutture e i fattori produttivi gestiti negli ultimi – attenzione – dieci anni. Insomma, una mission (quasi) impossible succedere a Sosto: Toma sembra stia cercando un manager in grado di dirigere pure l’Organizzazione mondiale della sanità…


Dei 22 concorrenti quanti sono davvero papabili? Quattro o cinque? Le indicazioni degli osservatori, dopo la delibera, sussurrate e rispettose ma univoche: Joseph Polimeni (dg a Matera ma prima commissario della sanità in Campania, del Policlinico Umberto I, dg dell’Asl Toscana Centro), Isabella Mastrobuono (lunga carriera da manager di aziende sanitarie e ospedaliere, sub commissario della sanità in Molise ai tempi di Iorio), Angelo Muraglia (ex dg Salute, lo è stato a lungo, in Abruzzo e prima commissario dell’Ares), Roberto Fagnano (dg Salute in Molise dieci anni fa, poi a capo dell’Asl di Teramo e oggi successore di Muraglia) che però è stato nominato ad agosto da Marsilio e quindi non è ritenuto in partita. Ma i requisiti fissati da Toma ce li ha. Poi c’è l’attuale dg Salute Lolita Gallo, che in passato ha diretto anche il bilancio della Regione. E c’è sicuramente l’ipotesi sorpresa, perché non tutti i nomi dei candidati sono noti.


Sono prescrittivi i criteri dettati dal governatore? Pare di no. Però Toma è uno strenuo difensore delle indicazioni che dà e delle prerogative che le norme gli assegnano. Effettuata la valutazione, la commissione predisporrà una graduatoria di merito da cui il presidente attingerà. Potrà prescindere dall’ordine, per esempio nominando il quarto e non il primo, ma motivando perché.
In via preliminare la commissione accerterà l’ammissibilità delle domande e l’iscrizione all’albo nazionale, requisito che alla scadenza del bando uno dei concorrenti – l’attuale direttore amministrativo Asrem Forciniti – non aveva. Ci sono precedenti a lui favorevoli, è fisiologico che l’ex comandante del Nas faccia ricorso. Anche se il tempo stringe, la reggenza del direttore sanitario Lucchetti scade il 1 novembre, poi ci sarebbe l’ipotesi commissariamento. Che per l’immagine di un’azienda risanata e con un gran futuro davanti, non è certo il top.
ritai

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