«Io voglio bene a tutti. Ma tutti vogliono bene a me?». Donato Toma parte ecumenico. Poi però non nasconde che «in maggioranza il disagio c’è».
Il presidente della Regione non vuole parlare dell’editto anti Iorio. «Se esistesse un documento così violento nei suoi confronti, le pare che potrei mai accettarlo?». Però il disagio esiste e i consiglieri glielo hanno manifestato. «Un disagio che lui ha creato perché in diverse occasioni non ha fatto il gioco di squadra. È questo che circola…».
Sulla dichiarazione di Iorio in Aula, relativa al documento e alla sua conseguente decisione di costituire un gruppo autonomo, si dice «perplesso e imbarazzato». Con Iorio i rapporti umani restano buoni. «Lui con me dialoga, ha dichiarato che non ha nulla contro di me. Ma questo in politica non basta. E non può rapportarsi solo con me. Si è escluso dalla maggioranza. Forse ha bisogno di un periodo di meditazione. Non comprendo il suo atteggiamento anche se lo rispetto».
Iorio contesta l’operato di alcuni assessori in particolare, assessori che ha scelto Toma. Non solo, contesta le scelte sul trasporto e sulla sanità. «Propone di legiferare per riappropriarsi della programmazione sanitaria. Io dico che quando si è commissariati non si può e dico che invece serve il pressing politico come ho fatto io in questi 18 mesi», risponde Toma. Che non dimentica di far notare: «Iorio ha presentato due proposte di legge, sulla formazione professionale e l’albo dei dipendenti delle partecipate, e la maggioranza gliele ha approvate. Non erano le norme migliori al mondo, spero che il Consiglio dei ministri non le impugni. Lui ad ogni modo non si è confrontato con la maggioranza, le ha proposte e basta. Però da soli non si va da nessuna parte, vale per tutti».
Insomma, Toma non sa se valutare le uscite di Iorio come un «atto di egoismo» o di «affermata maestà». E si dice dispiaciuto perché «il suo era, e credo che tornerò a esserlo, un punto di vista con cui confrontarsi».
Riapre la porta, dunque, il governatore. «Le divergenze non sono insanabili. Ci vuole lo sforzo di tutti per venirsi incontro. Credo che anche lui debba fare autocritica. Quando vado in Aula, devo sapere che ho una maggioranza che approverà i miei provvedimenti. Le votazioni all’occorrenza escludono poi dal poter fare proposte».
r.i.

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