Dopo che il caso è deflagrato in Aula, al termine della seduta, il presidente Toma a Iorio ha detto: poi ci sentiamo.
«Con lui avevo già parlato però. E Toma aveva preso atto della mia decisione di votare i provvedimenti che condivido. La situazione mi sembra abbastanza chiara», commenta Michele Iorio il giorno dopo.
Lunedì, l’editto contro l’ex governatore e contro Aida Romagnuolo: non condividono più le linee di maggioranza e attaccano ora l’uno ora l’altro compagno di viaggio, non sono più dei nostri. Pare che gli esponenti di Forza Italia (Cavaliere, Nico Romagnuolo e D’Egidio) non lo abbiano firmato, altre ricostruzioni accreditano che agli azzurri sia stato fatto firmare un foglio in bianco.
«Io non conosco il documento, però mi sembra chiara l’insofferenza nei confronti miei e di Aida, dopo che sono state recuperate altre posizioni che pure prima erano critiche. E questo non mi piace. Con Toma eravamo rimasti che su cose importanti ci saremmo confrontati, ma qui si arriva agli editti. Che servono magari – la sintesi di Iorio – a ricavarsi un po’ di spazio nel pollaio».
Il dissenso di Iorio è esploso sulla modifica legislativa necessaria al bando per il trasporto pubblico, che l’assessore Niro vuole dividere in due lotti (quindi doppio gestore). «A Niro l’ho dettto: non mi convincerai su questa cosa». Domani illustrerà gli emendamenti che ha presentato. «Poi ciascuno voterà secondo quanto ritiene opportuno». Lui dirà no al doppio gestore. «Non vedo alcuna ragioner per una scelta così capotica».

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