I 5 Stelle cannoneggiano su Palazzo Vitale: sui trasporti abbiamo vinto noi, Toma si dimetta. Il presidente della Regione non si sente sconfitto, anzi rilancia annunciando un tagliando «mirato». Lo metterà in atto all’esito del ragionamento che sta facendo: «Sto meditando sulla giunta e sugli assetti». Quindi contrattacca e racconta: a un certo punto i consiglieri 5s hanno votato contro un emendamento che loro stessi avevano presentato e sul quale io avevo dato indicazione ai miei di votare a favore. È accaduto in un momento di confusione dei lavori, dopo il blitz riuscito alle opposizioni.
Flashback della seduta in cui Toma e l’assessore ai Trasporti Niro vengono battuti: passa, coi voti di minoranze e altri due esponenti di maggioranza (Iorio e Aida Romagnuolo), l’emendamento a firma di Mena Calenda e si torna al gestore unico.
Il giorno dopo, il governatore dichiara: «Sono contento di quel che è emerso in Aula. La seduta di domenica mi ha fatto capire politicamente tante cose: chi è leale e chi no, chi è uomo di squadra e chi no. «Ho potuto valutare che la giunta è compatta, si stringe attorno al presidente. Così come molti consiglieri: Pallante, Di Lucente, D’Egidio, Romagnuolo, Scarabeo… Insomma, dieci uomini eccezionali».
Già, dieci. Non bastano dieci voti. Toma aveva presentato un emendamento che toglieva lo sbarramento sui lotti della gara per la gestione del trasporto. E se il presidente indica questa strada, è già strano che un consigliere di maggioranza ne indichi un’altra, di segno opposto. Calenda, tra l’altro, non ha illustrato il suo emendamento. «Né l’aveva concordato con me o con altri… È spuntato. Comunque, nel merito questo emendamento prevede la procedura aperta, una cosa pleonastica. E, cosa più grave, limita per legge la possibilità di andare oltre un lotto. Io non credo sia giuridicamente fondato perché non consente all’amministrazione di compiere la scelta che è ritenuta più idonea. Ho seri dubbi sulla legittimità», ripete Toma.
Al netto di un’impugnativa che il presidente non vede irrealistica, però, resta il problema Calenda. «Beh, non ha dimostrato di stare in maggioranza ieri (domenica, ndr). Magari lo dimostrerà domani. Io non chiudo la porta a nessuno. Certo, le cose che sono accadute ieri non accadranno più. Sto meditando sulla giunta e sugli assetti. Si sa che io alla Befana faccio il tagliando..», dice alludendo alla decisione, a inizio gennaio 2018, di azzerare le deleghe degli assessori. «Sarà un tagliando più mirato. Oggi siamo rodati, conosco gli assessori e i consiglieri. Diciamo – conclude il presidente della Regione – che la band sarà meglio accordata».
r.i.

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