2019, un anno in miglioramento. Nel 2020, il governatore del Molise vuole raddoppiare efficienza e obiettivi.
Così, dopo aver puntellato il suo ottimismo con i dati del rapporto Bes dell’Istat, nel tracciare il bilancio dell’anno agli sgoccioli non può che partire dalla sanità. «Chiudiamo con un risultato eccezionale, il Patto per la salute definito come volevamo». In particolare, si riferisce alla revisione del decreto Balduzzi e alle deroghe per le piccole regioni, «inserite su mia richiesta e con il consenso unanime degli assessori e governatori il giorno in cui il commissario Giustini teneva il suo intervento in Consiglio». Ricorda la videoconferenza tenuta con Roma. E sottolinea come la presenza costante, nella Capitale e a Bruxelles (dove è stato riconfermato nel Comitato delle Regioni), abbia portato risultati. «Una mancata presenza, sul Balduzzi, ha causato un danno enorme alla nostra sanità», dice riferendosi all’assenza dell’ex governatore Frattura alla Conferenza in cui fu data l’intesa sul regolamento. Il nuovo Patto, inoltre, prevede il riesame, entro 180 giorni e d’intesa con le Regioni interessate, delle procedure di nomina dei commissari, alla luce dell’orientamento della Consulta che ha accolto il ricorso del Molise sull’incompatibilità fra presidenti e commissari. «Non ho velleità di diventare commissario. Voglio che la sanità torni alla Regione, giunta e Consiglio». A gennaio i primi incontri al ministero della Salute per definire le modifiche normative. Anche in tema di rapporto con i privati: Toma annuncia che proporrà che le prestazioni per pazienti extraregionali siano pagate direttamente e subito dalle Regioni di provenienza. Così si eviterebbe il peso della mobilità attiva sul bilancio del Molise. Nel consuntivo di un anno di governo, sempre in tema di sanità, trova spazio l’attivazione della stroke unit al Cardarelli, realizzata «con risorse regionali», e della telemedicina. Ai commissari ancora un invito a sbloccare i 100 milioni ex articolo 20, «se non lo faranno loro qualcuno lo farà».
Due fronti aperti. Quello con la sua maggioranza, intanto. «Abbiamo approvato in giunta due testi unici, sull’artigianato e sul commercio. Norme innovative per sostituire leggi ormai datate. Inviati in II commissione, si sono fermati. Non è possibile questa cosa. Ho chiesto al presidente del Consiglio di dichiarare scaduti i termini per la commissione e portare le proposte direttamente in Aula». Il presidente della commissione ‘incriminata’ è Michele Iorio.
Secondo fronte, col governo nazionale. Non è stato ancora nominato il commissario per la ricostruzione post sisma 2018. Vuol dire, per esempio, che la Protezione civile non ha potuto erogare una prima tranche dei 38 milioni che spettano al Molise. «Con l’allora sottosegretario Crimi concordammo che commissario sarebbe stato il presidente della Regione, anche per risparmiare i fondi della struttura. Siamo in fortissimo ritardo e i patti vanno rispettati. Se non sarà rispettato questo patto la mia voce arriverà fino a Londra e non darei l’intesa naturalmente».
Anche nel comitato di indirizzo della Zes mancano i componenti che deve designare il governo, «insieme al collega della Puglia Emiliano lo abbiamo messo in mora». La Zes Adriatica, comunque, è un traguardo che Toma mette fra i risultati importanti, insieme ai bandi per l’area di crisi, dove commercio e artigianato hanno trainato la domanda.
O insieme, spostando l’asse sulle infrastrutture, al dragaggio del porto di Termoli, all’acquedotto molisano centrale che porta l’acqua del Matese nelle case della costa, all’accordo con Cdp per le scuole e alla partnership che ci sarà per il piano strade: sono arrivate richieste per 354 milioni, ragionando sulle priorità la Regione calcola un fabbisogno di 85 milioni.
Sono migliorati i tempi di pagamento: rispetto al 2018 sono stati pagati 20 milioni in più di investimenti (da 133 a 153 milioni), l’agenzia post sisma (per la ricostruzione 2002) è passata da un ritardo di due anni a sette mesi.
Ancora, elenca Toma nella conferenza stampa di fine anno, la scommessa sul turismo e la cultura: c’è già il bando ‘turismo è cultura’ 2020, c’è il piano strategico di settore, delle 100 richieste di finanziamento a valere sull’avviso ‘microricettività’ si sta esaminando la sostenibilità. «Abbiamo mantenuto vive le tradizioni molisane e messo in campo risorse immediatamente spendibili».
Il Psr, dice passando all’agricoltura, vede il Molise fra le migliori regioni d’Europa. Inoltre, il Molise ha definito la sua proposta di perimetrazione del Parco nazionale del Matese.
Ulteriormente ridotto l’arretrato dei fondi per la non autosufficienza, prosegue passando al sociale: altri 866mila euro che coprono quasi interamente il milione del 2016 che restava da corrispondere ad ambiti e famiglie. Un boom, poi, il reddito di residenza attiva. Anche dal punto di vista del marketing territoriale, la storia della Regione che paga chi sceglie di andare a vivere nei suoi comuni più piccoli e aprirci un’attività ha fatto il giro del mondo: «Una sperimentazione che funzionato fin troppo bene». Con l’attuale dotazione si potranno finanziare una quarantina di domande, Toma assicura che è allo studio un incremento della dotazione.
Tra le altre misure, il nuovo catalogo dell’offerta di formazione professionale, i fondi a Comuni e famiglie per il trasporto scolastico. I cinque mesi di mobilità agli ex Ittierre e un altro anno di Cigs per la Gam. Da gennaio, annuncia il governatore, partono le politiche attive. Tra gli altri interventi, un bando gestito da Sviluppo Italia: 4 milioni a disposizione per l’auto impiego.
Nel pomeriggio è in agenda l’ultima seduta di giunta del 2019. Prima, c’è tempo per un brindisi con la stampa – presenti anche i presidenti dell’Ordine Petta e di Assostampa Di Pietro – con l’esecutivo: gli assessori Cotugno, Niro, Di Baggio e Cavaliere, il sottosegretario Pallante.

r.i.

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