La riflessione è agli sgoccioli. Probabilmente già sabato, al più tardi appena dopo l’Epifania, il governatore Donato Toma ufficializzerà i risultati del tagliando di giunta. Quindi, è sempre più accreditato, un rimpasto nella sua giunta.
Ne ha parlato durante la conferenza stampa di fine anno quando, rispondendo alle domande dei giornalisti sul tema, il presidente ha dato due o tre indicazioni sulle linee che intende seguire: il quadro di riferimento sarà quello del 22 aprile 2008, dunque i risultati elettorali dei partiti e movimenti che lo sostennero. Una donna in giunta? Potrebbe essere… Infine, intendimento che è più o meno alla base del tagliando 2020: quello che è avvenuto sulla ‘riforma’ dei trasporti (la giunta voleva passare al doppio lotto di gara mentre coi voti di Iorio, Romagnuolo e Calenda tutto è rimasto come prima e cioè al gestore unico) non deve accadere più.
Rafforzare la coesione della maggioranza, questo il faro. E la rappresentanza nell’esecutivo per chi dissente significa soddisfazione delle ambizioni e anche responsabilità da condividere.
A poche ore – o pochi giorni – dal tirare le somme, il governatore a Primo Piano spiega che sta avendo una serie di incontri di ricognizione, oggi quello che dovrebbe essere l’ultimo e sarebbe quello decisivo. Con chi? «Con chi entrerà in Consiglio», si lascia sfuggire. Dunque, confermato il rimpasto e nell’esecutivo la new entry sarà uno degli attuali componenti di Palazzo D’Aimmo, un eletto. «Sì, ragiono sugli eletti», conferma Toma.
Un po’ di ragionamenti spiegano la ridda di voci che da qualche settimana anima i corridoi della politica molisana. Se l’obiettivo è consolidare gli equilibri di maggioranza, basta passare in rassegna le truppe lealiste, che in Aula con accenti più o meno convinti o dialettici non fanno mai mancare il loro voto al presidente: in Forza Italia nessun problema, così pure in Orgoglio Molise, lo stesso dicasi per Fdi e i Popolari per l’Italia. La foto del dissenso dichiarato è proprio quella dell’ultimo Consiglio, quando Iorio, Calenda e Romagnuolo hanno fatto andare sotto la giunta e la maggioranza. Sull’entrata dell’ex governatore Michele Iorio nell’esecutivo, al momento non scommette nessuno. Troppo imponente la sua presenza e lui stesso probabilmente non è interessato a inserirsi in un quadro di governo che a più riprese ha ribadito di non condividere, nelle scelte di merito in particolare. Si tratterebbe di andare a Canossa, sia per Iorio sia per Toma. Al momento non pare verosimile.
A Canossa dovrebbero andare anche Aida Romagnuolo, da mesi coerentemente e fortemente critica con l’esecutivo Toma, e Mena Calenda, più morbida verso il presidente ma fu espulsa insieme alla collega dalla Lega e insieme a lei era sostenitrice della sfiducia a Mazzuto, nonché critica su provvedimenti, come per esempio i trasporti.
La Lega non ha un eletto in giunta, ma un assessore esterno. Per Mazzuto, che i bookmaker danno come destinato a cedere il posto, il capo di Palazzo Vitale avrebbe già studiato un piano B, un altro incarico che renda meno doloroso il contrappasso. Quota rosa, dunque? Potrebbe… Un derby in casa ex Carroccio, che porterebbe in Assise comunque il primo dei non eletti della Lega, il giovanissimo Domenico Ciccarella. Ma il derby chi lo vincerà fra le due ex pasionarie? Alcune fonti danno per favorita la consigliera bassomolisana.
r.i.

 

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