Come a un annuncio reagiscono gli scambi in Borsa, così l’intenzione fatta trapelare dal governatore Donato Toma di mettere mano al suo esecutivo ha «svegliato tutti gli appetiti politici». Frena allora, si prende più tempo per una «meditazione più approfondita» che tenga conto di tante variabili.
Tutto questo avviene dopo colloqui coi partiti, soprattutto con i dirigenti nazionali. Dopo quell’annuncio, precisa il presidente, «sono stato raggiunto da esponenti nazionali di rilievo».
Destinato al sacrificio, l’ex coordinatore della Lega Luigi Mazzuto. Era l’indiscrezione più accreditata ed è stata rilanciata sulla stampa locale. Al suo posto, ha preso quota nelle ultime ore, Aida Romagnuolo. Allora cosa è accaduto? Salvini ha messo il veto? «Salvini non l’ho sentito proprio…», prova a calmierare le ricostruzioni. «È che se si libera una posizione tutti cercano di prenderla. Muovere una pedina significa muovere anche equilibri nazionali». Pressing di Fratelli d’Italia, pure Forza Italia si è fatta sentire. E c’è un quadro più ampio in cui il Molise gioca la sua partita, lo scacchiere delle regionali in cui il centrodestra sta scalando posizioni. Se lo schieramento vince in Emilia e in Calabria probabilmente si tornerebbe a votare per le politiche. E in questo caso sono in molti a scommettere che Toma potrebbe essere chiamato a candidarsi.
Insomma, l’incastro si è fatto più complicato. Rifletterà più a lungo. «Sto riflettendo anche sull’istituto della surroga. E poi vediamo come si comportano i consiglieri in Aula nella prossima seduta», dice Toma. Dunque, prima del 13 gennaio non accadrà nulla. E forse manco prima del 26. Ma non è detto. Sembra un po’ un giro sulle montagne russe. Lo stesso Toma però ammette che nelle consultazioni che ha tenuto in questi giorni – al sottosegretario Pallante ha dato il mandato di sentire i consiglieri – ne ha ascoltato «di tutti i colori».
Non ultimo, c’è un altro elemento che il governatore ha fatto entrare fra le riflessioni: la scadenza di metà mandato di novembre, quando dovrà essere rieletto l’ufficio di presidenza del Consiglio. «La mia idea di fare cambiamenti in giunta rimane. Faccio con calma. Diciamo che la Befana ha portato consiglio», conclude.
L’esigenza del rimpasto nasce dalla litigiosità della maggioranza che ha portato alla rottura interna sul trasporto locale. A subire il voto contrario al doppio gestore da parte di Iorio, Aida Romagnuolo e Calenda, insieme al presidente è stato l’assessore Vincenzo Niro. Che da coordinatore regionale dei Popolari gli rinnova estrema fiducia in questa fase di meditazione: «Occorre ristabilire serenità in maggioranza che ha visto differenziazioni basate su posizioni personali e non politiche. Sono certo che sta lavorando alla migliore soluzione possibile per rispettare il patto con gli elettori».
r.i.

Un Commento

  1. Ma Presidente Toma, le pare una cosa onorevole stare ai ricatti di gente accecata dal proprio ego che pur di avere più potere è disposta a mettere a repentaglio un governo regionale del centro-destra? Mai assecondare i ricatti, piuttosto faccia schiantare il treno senza sopravvissuti! Del resto Lei ha pienamente dimostrato di essere spendibile per un centro-destra serio in qualsiasi contesto, purché rimanga questo concetto: la serietà.
    Con stima

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