«Avevo intuito che Di Marzio prima o poi avrebbe abbandonato il nostro gruppo, ma in cuor mio speravo che questo giorno non sarebbe mai arrivato. E continuo a sperare che la sua fuoriuscita dal Movimento 5 Stelle non sia un addio ai nostri principi, ma un modo che gli permetta di trovare uno spazio alternativo dove esprimersi e provare a lavorare».
Arrivederci senza rancore da parte dell’altro senatore molisano eletto nel 2018 coi 5 Stelle, Fabrizio Ortis. Che non nasconde «dispiacere» e «disapprovazione» per la scelta. «La cosa che mi dispiace di più è che ci verrà a mancare la sua esperienza, poiché, nel momento in cui è diventato di moda criticare o abbandonare il Movimento 5 Stelle sulla scia dei sondaggi quasi giornalmente sbandierati dai media, avremmo avuto bisogno di persone con la sua competenza; che avessero avuto il coraggio e la volontà di darci una mano fattivamente per affrontare le difficili sfide che stiamo affrontando e che affronteremo. Mentre, invece, l’atteggiamento che oggi devo stigmatizzare è quello di chi dice: “A me questa cosa non va bene; quindi me ne vado”». Ortis augura buon lavoro al collega nel Misto pur non potendo non constatare «come l’intenzione, più volte da lui prospettata, di dimettersi in caso di disaccordo con le politiche del Movimento, sia stata oggi disattesa».
Tutt’altro registro nella reazione a Palazzo D’Aimmo. I portavoce eletti in Regione, sulla scia della linea contenuta in un post di Andrea Greco su Facebook, commentano: «Chi non mantiene i patti con gli elettori, chi non sente propri i nostri valori, le nostre battaglie e non è in grado di reggerli, o lascia il gruppo oppure viene espulso. Questa è la differenza tra il Movimento 5 Stelle e gli altri partiti che invece ‘raccolgono’ di tutto, anzi spesso premiano chi tradisce i patti con i cittadini. Se qualcuno non è più d’accordo con il Movimento 5 Stelle ha tutto il diritto di cambiare idea, ma dovrebbe dimettersi, non passare al gruppo Misto».
Poche ore dopo la nota, su Fb il post di Patrizia Manzo che di fatto prende le distanze dai colleghi. La vicepresidente del Consiglio si dice amareggiata ma non parla di dimissioni e a Di Marzio concede attenuanti. Gli augura, fra le altre cose, di «dimostrare che questa sua scelta sia stata dettata esclusivamente da una visione politica che negli ultimi mesi si è lentamente disancorata da quella che gli ha concesso, quasi due anni fa, di sedere tra i rappresentanti del Movimento 5 stelle al Senato della Repubblica, e non da altre opinabili e retrive opportunità politiche».

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