La ‘bomba’, come lui stesso la definisce, esplode poco dopo le 14. Il governatore sta chiudendo il dibattito sulla mozione dei 5 stelle sulla riforma dei consorzi industriali.
Parla del debito milionario del nucleo di Bojano. Debito chiama debito, «tra poco parleremo di sanità, tra non molte settimane», annuncia. «Sono venuto qui che volevo fare il politico, invece sto facendo Indiana Jones… I predatori dell’arca perduta, entri nella grotta e arrivano botte da tutte le parti. Entri e trovi la trappola messa da quello che stava prima, prima e prima di te». Regali del passato che non sono tali, si intuisce che Donato Toma sta per sbottare. «Abbiamo problemi grossi come una casa, e non basta. Manco il grattacielo di New York… consigliere Iorio». Tirato in ballo l’ex presidente, l’attuale spiega: «Tra poco arriverà una bomba sulla sanità e qualcuno dovrà dire perché esplode oggi pure se è stata creata nel 2002, nel 2003 e nel 2004… purtroppo è arrivata, adesso dobbiamo correre ai ripari perché 86 milioni non si coprono così dall’oggi al domani». Aula attonita, qualcuno avanza interrogativi. Come 86 milioni? era di 60 il tendenziale disavanzo del 2019. Evidentemente si tratta di altro. Perché Toma ribadisce: «86! Più altri 21 che mancano». E sottolinea: «Sono curioso di capire commissari come affronteranno la situazione i commissari. Io so come affrontarlo. C’è un film che si chiama “ritorno al futuro”, qui siamo a “ritorno al passato”». Ed evoca ancora: «Indiana Jones, come entri arrivano mazzate da tutte le parti…». Tutti i debiti, si scalda, deve coprirli la Regione: sanità, consorzi di bonifica e industriali. «Piango per i nostri figli», scandisce Toma. «E poi chi, chiamato e calato dall’alto, chi non è del territorio taglia e cuce. E dopo che ha tagliato e cucito e non riesce a mettere le coperture dice: la Regione deve coprire. Così è facile, bastava Andrea Greco, che ha anche sembianze atletiche da Indiana Jones, lo mettevi lì, pigliava mazzate da tutte le parti…». Per concludere, dopo aver chiarito che l’esempio sul capogruppo 5s era appunto solo un esempio, che in sanità «il commissariamento ci porterà al fallimento del sistema. Non perché i commissari sono cattivi ma perché non è arte loro questa, il commissario l’unica cosa che sa fare e può fare è dire: copra la Regione. Neanche tagliando ai privati si risolve nulla. Le soluzioni sono altre, ma le deve mettere in campo chi ce le ha».
Torna dal passato un debito che sembrava archiviato. Spuntato fuori quasi dal nulla nel 2016, quando l’amministrazione di Paolo Frattura (presidente e anche commissario) votò la legge che copriva con 48 milioni il «debito residuo delle disciolte aziende sanitarie locali nei confronti degli enti previdenziali». Residuo non era, evidentemente. Residuava, secondo l’Inps, molto altro.
Un macigno che pesa sul bilancio di Palazzo Vitale in base alla legge regionale 9/2015, quella che istituisce l’Asrem libera da crediti e debiti. Il fardello, pur se non accettato pacificamente, sta tutto sulle spalle di via Genova. E quindi, comunque, dei molisani.
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