Parco nazionale del Matese, la proposta di perimetrazione elaborata dalla Giunta regionale (e illustrata da Toma e Cavaliere nel corso di una conferenza stampa) necessita di chiarimenti e modifiche: il tema, portato all’attenzione dell’Aula dalla capogruppo dem Micaela Fanelli nel corso del consiglio monotematico sui comprensori sciistici, è diventato una richiesta ufficiale di convocazione di una seduta ad hoc del consiglio regionale.
Firme bipartisan apposte in calce alla richiesta: le opposizioni – Pd e Movimento 5 Stelle – e due esponenti della maggioranza, Mena Calenda e Michele Iorio.
Espressa dai firmatari anche la volontà di audire sindaci e stakeholders (enti e associazioni): insomma, il caso Campitello (che è strettamente legato anche al parco nazionale del Matese) sembra aver fatto scuola rispetto ad un nuovo modello di attività politica e istituzionale strettamente connesso al territorio e alle esigenze che da questo arrivano attraverso sindaci, operatori, associazioni.
E così, dopo la questione comprensori sciistici e dopo il sì unanime e bipartisan alle istanze provenienti dall’area del Matese, entro un paio di settimane il consiglio sarà chiamato ad affrontare, nel corso di una seduta monotematica , anche la questione – controversa – che riguarda la perimetrazione del parco sulla quale si è già espresso anche il pentastellato Angelo Primiani.
Sarebbe già pronto anche un ordine del giorno nel quale troverebbe posto la richiesta di impegno – indirizzata al presidente Toma e all’assessore competente – di rivedere e discutere, in Aula e nella commissione competente, la scelta di perimetrazione elaborata dall’Esecutivo.
Il nodo da sciogliere riguarderebbe alcune aree «immotivatamente escluse» come conferma Primiani. Quelle a più forte vocazione ambientale, alcune classificate proprio dalla Regione come protette. I firmatari, insomma, vogliono capire quali i criteri che hanno ispirato la perimetrazione elaborata dalla giunta regionale, quali le idee dei sindaci, delle comunità locali, delle associazioni ambientaliste, degli operatori turistici ed economici, della consulta regionale delle aree protette.
Idee già fatte proprie dalla Giunta regionale che ha poi elaborato la proposta ma sulle quali ci sarebbero richieste di aggiustamenti e modifiche. Ci sarebbe anche da capire lo stato dell’arte nella vicina Campania, che è parte del parco nazionale.
Proprio l’altro ieri alcuni esponenti della segreteria regionale del Pd, con in testa Laura Venittelli, sono stati ricevuti dal vicepresidente della Regione guidata da Vincenzo De Luca che, rispetto alla questione parco, sarebbe davvero molto in ritardo, complice forse anche la vicinissima tornata elettorale.
La proposta elaborata dalla Giunta regionale del Molise è adesso è all’attenzione dell’Ispra che dovrà esprimersi in merito: l’istituto ne aveva elaborata una che non coincide con quella che invece l’Esecutivo ha proposto e che, a sua volta, è difforme anche dai suggerimenti avanzati dal servizio regionale preposto. Ed è questa diversa perimetrazione il motivo delle osservazioni avanzate dagli addetti ai lavori e dagli esponenti politici che hanno inteso portare il caso all’attenzione dell’Aula, con la richiesta di un consiglio monotematico.
Sarebbe stata tagliata fuori l’intera area del comprensorio di Campitello, area tutelata dalla Ue come sito di interesse comunitario; non ci sarebbe il collegamento, detto corridoio, con il parco nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, richiamato dall’Ispra; esclusi buona parte del tratturo, diventato patrimonio Unesco, e il sito di Altilia.
Nella proposta elaborata dalla Giunta non sarebbero state incluse completamente le oasi Wwf e Italia Nostra oltre ad altre aree Sic (acqua zolfa, riserva di Ripa spaccata).
Abbastanza curiosa la vicenda che riguarda l’area di Guardiaregia che risulterebbe esclusa nella sua parte a più forte vocazione ambientale, quella delle sorgenti del Quirino.
Singolare anche la posizione di Campitello.
«La mia ipotesi di perimetrazine è coincidente con l’area sic – spiega Alfonso Leggieri, il sindaco di San Massimo, – ed è stata oggetto di un confronto con Ispra e con il ministero dell’Ambiente.
Avevamo ragionato, allora, di una formula di salvaguardia e deroga per le zone già sviluppate, anche in un discorso di prospettiva rispetto al progetto del Cis che riguarda Campitello e Roccamandolfi.
Da loro avevo avuto rassicurazioni sulla effettiva possibilità di poter percorrere questa strada.
Anche perché – continua – l’area è già sottoposta a vincolo paesaggistico che però consente gli impianti. Mi sono ritrovato questa ‘ciambella’ e sono certo si sia trattato di un errore. Le faccio un esempio, nel parco dello Stelvio c’è Bormio!».
Roccamandolfi, di contro, è completamente nel parco sebbene sia interessata parimenti ai futuri investimenti del Cis che valgono, almeno su carta, trenta milioni di euro.
Resta inteso che la giunta regionale ha elaborato una proposta, sulla quale si esprimerà l’Ispra e che di certo consente ancora margini di intervento.
Perché, come spiega bene il primo cittadino di San Massimo, i due punti dirimenti dell’intera questione saranno la zonizzazione e il piano del parco nazionale del Matese, dai quali scaturiranno i vincoli.
Ben venga, però per il sindaco Leggieri, la possibilità di confrontarsi e ragionare insieme così come fatto per la questione dei comprensori sciistici del Matese.
ls

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