Un incidente diplomatico, poi rientrato, con il ministro dell’Interno Lamorgese e una posizione più generosa verso il governo giallorosso – rispetto a quella che i suoi colleghi governatori leghisti, che sono anche i più direttamente colpiti dall’emergenza Cov19 – che comunque a giudizio di Toma «ha sottovalutato il problema ma adesso ha recuperato». Niente polemiche, però, chiede: «Anche io ho cose da dire, dopo l’emergenza faremo le critiche».
Domani pomeriggio Toma riferirà in Aula sulla gestione del coronavirus in Molise, «non l’ho fatto lunedì come chiesto dal Pd perché ho dato priorità all’emergenza».
Dal punto di vista amministrativo e politico, una nuova ordinanza del presidente – firmata ieri sera e concordata col governo – specifica in dettaglio le indicazioni nazionali fissate per le Regioni fuori cluster (non interessate da casi accertati). «Il Molise è in emergenza, come il resto del territorio italiano fino a giugno, ma non in allerta. Non abbiamo ritenuto di chiudere le scuole. Ai ragazzi dico di rispettare regole che sono anche di buona educazione: lo starnuto nel gomito, come dicevano le nostre nonne, non tossire di fronte ai compagni. In linea generale, vale per tutti noi, evitare assembramenti se non necessari, nei luoghi chiusi rispettare una distanza più ampia. Per i concorsi, per esempio, è stabilito che ove si svolgano, si deve rispettare una distanza fra i candidati di 1.5 metri». Fin qui le indicazioni di massima di Toma, che rimarca pure che non saranno sospese le manifestazioni sportive.
Qualche cortocircuito si è creato pure fra governatori in queste ore. Che i suoi colleghi avrebbero chiuso gli atenei, col conseguente ritorno in massa di studenti, Toma lo ha saputo in via informale. E pure dell’arrivo dei 190 allievi alla scuola di polizia Rivera. Il ministero dell’Interno aveva già disposto il trasferimento. Ora sono in quarantena fiduciaria. «Con Lamorgese poi ci siamo chiariti e collaboriamo in maniera sinergica con la questura e il medico della struttura. Questi ragazzi peraltro stanno bene e ci ravvivano la scuola di polizia. Però è un bene che il governo nazionale coordini le azioni di chi sta sul territorio, cioè presidenti e sindaci», evidenzia il capo di Palazzo Vitale.
Le spese che la Regione affronta per l’emergenza coronavirus sono a valere sul fondo di protezione civile e non sul fondo sanitario, non saranno oggetto di contestazione dal tavolo tecnico. «Quando ci sono emergenze, in sanità agisce il presidente anche se siamo commissariati. Vi sto dimostrando come in questi casi il commissariamento non serve».
Di sicuro, resteranno i danni all’economia: ingentissimi al Nord, ma anche in Molise per imprese e turismo si sentirà la flessione. «Abbiamo chiesto che il governo cominci a preoccuparsi degli interventi di natura economica. Stiamo sollecitando l’esecutivo a trovare fondi, prima di tutto per le Regioni che hanno a che fare direttamente col problema ma anche per noi molisani perché la limitazione degli spostamenti danneggia molto il nostro turismo».

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