C’è il decreto che ufficializza l’uscita di scena della Lega di Salvini dal governo regionale. Pubblicato ieri pomeriggio dal governatore Donato Toma il provvedimento con il quale vengono rinominati tutti gli ex assessori eletti che si erano dimessi prima dell’approvazione del bilancio. Vincenzo Cotugno, Vincenzo Niro, Nicola Cavaliere e Roberto Di Baggio tornano al loro posto. Mentre per l’ex presidente della Provincia di Isernia, entrato in giunta in quota al Carroccio ma senza il pass elettorale – scatenando così l’ira della pasionarie Romagnuolo e Calenda poi espulse da Salvini – non ci sarà un secondo tempo. Per Luigi Mazzuto l’esperienza nel governo regionale si chiude qui. A nulla sono valsi i tentativi dei colonnelli di turno del Carroccio di convincere Toma: l’ex coordinatore regionale della Lega rimane fuori dai giochi. E non è un caso che la sua cacciata cada proprio in questo momento. Al di la del giudizio sull’operato di Mazzuto e sui risultati ottenuti in questa prima frazione di legislatura, a influire su tale decisione di certo avrà avuto il suo peso la caduta libera di Salvini nei sondaggi. Negli ultimi mesi ha perso sette punti tanto che nel Carroccio c’è chi chiede un cambio nella comunicazione, l’arma forte del Capitano che non raccoglie più tanti like nemmeno sui social. Con l’emergenza coronavirus i suoi toni aggressivi non fanno più presa sugli italiani. E ad oscurarlo c’è Zaia, il governatore del Veneto, «un democristiano di altri tempi» come è stato definito ieri da Repubblica. Un politico che «si impone senza rotture», ma ambizioso quanto basta per prendere il posto di Salvini che intanto oggi supera in gradimento.
Insomma mentre in Molise l’ex assessore regionale al Lavoro e al Welfare viene defenestrato, il Paese vive la più grave crisi del Dopoguerra e nel Carroccio è appena iniziata la battaglia per la leadership.
Rimesse le pedine al loro posto, domani Toma consegnerà le deleghe. Risolta anche l’incognita Maurizio Tiberio. Nominato in fretta e furia per evitare gioco facile ai consiglieri supplenti che intanto si sono rivolti al Tar, l’esperto economico del governatore figurava anche nel decreto di nomina della giunta di ieri. Ma le sue dimissioni sono giunte subito dopo. Intanto per le deleghe si dovrà attendere martedì. Toma, che comunque ha ridato la vicepresidenza a Cotugno, ha già anticipato che si occuperà personalmente di quelle che erano in mano a Mazzuto.
Red. Pol.

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