«Preoccupante e non tollerabile» quanto avviene in merito agli accordi coi privati accreditati per la gestione dell’emergenza Covid. Andrea Greco, capogruppo dei 5 Stelle in Regione, punta il dito contro il commissario scelto dal suo governo e da lui sponsorizzato (se non la persona, la figura) sempre difeso.
A distanza di qualche settimana dal provvedimento e dalle critiche giunte dal Pd e dall’ex consigliere regionale Roma, Greco prende le distanze pubblicamente dal decreto 26 del commissario (che riconosce per marzo e aprile il 95% del budget ospedaliero bimestrale, salvo l’adeguamento a diverse norme nazionali che remunerano invece il 70% del tetto complessivo ma prevedendo esplicitamente il rendiconto). Greco quindi ha scritto a Giustini, a Toma, all’Asrem, ai ministeri di Salute ed Economia, al tavolo tecnico e alla Corte dei conti.
«Pensare di poter pagare prestazioni di fatto non erogate, per la semplice messa a disposizione delle strutture e per il mantenimento dei livelli organizzativi, secondo me rischia di esporre la Regione a danni rilevanti che, come al solito, finiranno per favorire alcuni privati convenzionati», sostiene Greco per il quale il decreto «è sbagliato proprio nel merito».
«Ho difeso e difenderò sempre il principio della separazione dei ruoli di commissario e presidente di Regione, ma ciò non significa che se qualcosa è fatto male non debba dirlo, anzi», spiega. «Non sono più disposto a tollerare un continuo depauperamento dei servizi sanitari nella rete sanitaria pubblica e assistere alla contemporanea redazione di convenzioni con i privati accreditati, secondo le quali sarebbe riconosciuto il 95% del fatturato del primo bimestre a chi quelle prestazioni non le ha erogate. Il tutto dopo una riunione tenutasi tra direzione Salute, il dg Asrem e Aiop. Non è questo che farà il bene del nostro sistema sanitario. Se la gestione della sanità deve essere intesa secondo principi aziendali, questa è un’impresa a perdere, è un sovvertimento delle più elementari regole della contrattualistica pubblica, è un insieme di imprecisioni talmente grossolane da non poter essere tollerate».
Quindi, chiama in causa direttamente il viceministro 5s Sileri e Speranza. E non dimentica di punzecchiare Toma: «In Consiglio ha dichiarato che il dg Asrem non risponde a lui. Già lo vedo scaricare le responsabilità su altri mentre si consuma il lento, inesorabile e indecoroso processo di privatizzazione totale della nostra sanità. Non possiamo accettare una prospettiva del genere».

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