In anticipo sulla tabella di marcia che aveva annunciato (in estate o addirittura al tagliando d’autunno), il governatore Donato Toma è pronto a scongelare la casella della Lega e rinominare un assessore del Carroccio.
«Il chiarimento che intendevo avere c’è stato. E io i patti li mantengo», spiega il presidente a Primo Piano. La decisione di ricostituire l’esecutivo lasciando vuota la ‘postazione’ dei salviniani, ribadisce Toma, non riguarda l’operato dell’ex assessore Mazzuto: «Non l’ho tolto dalla giunta perché non mi piaceva ma perché avevamo delle cose da chiarire col partito».
Ora la Lega – in sintesi – «ha capito che non è tutto scontato». Espellere le due elette in Consiglio, per esempio, e contemporaneamente blindare il motivo del loro scontento (Mazzuto in giunta) con la conseguenza di fibrillazioni continue nella maggioranza e anche capovolgimenti di fronte su norme importanti (il lotto unico dei trasporti). Oppure votare con i 5s quando erano alleati di governo il commissariamento esterno della sanità.
A inizio settimana o in settimana, dichiara Toma, il quinto assessore. «Deve essere della Lega, io i patti li mantengo e il problema non era sui nomi. La Lega non può fare quel che vuole senza discutere. Sarà una cosa concordata e non imposta». Sarà un esterno, conferma. E par di capire che nella rosa di nomi che rimbalza fra Campobasso e Roma (o la Lombardia) non ci sarebbero donne.
In Molise l’unico governo di centrodestra senza un leghista e questa cosa andava rimessa a posto. Allo stesso tempo per Toma l’accordo e la sinergia con il Carroccio sono importanti sullo scacchiere nazionale. Il chiarimento, riferisce, con il commissario Colla fra gli altri. Ma Salvini non lo ha sentito. «Dopo l’intervista che ha rilasciato a voi, anzi, mi sono irrigidito. Ma è stata solo una reazione, non c’erano motivi per tenere questa situazione congelata dopo esserci chiariti sui punti che io intendevo chiarire».
Dunque un esterno, «leghista e che ha buoni rapporti con il territorio e il Consiglio». Mazzuto? «Non è fuori gioco», così Toma. Ma il governatore è attento a non riproporre elementi di frizione con Calenda e Aida Romagnuolo. È una valutazione che di sicuro ha fatto coi vertici del Carroccio.
Alla minoranza, in particolare al Pd (ma non solo), Toma invece lancia un messaggio sulla sanità. «Sento tanti che suggeriscono sulla gestione del Covid e non solo. Ho dato fiducia a un direttore generale e a un direttore sanitario e come non si dà facilmente, la fiducia non si toglie facilmente. Cosa dovrei contestare io a Florenzano? Operatori sanitari se ne sono infettati ovunque, tranne che al Cardarelli che è hub misto, vuol dire che le scelte hanno funzionato e squadra che vince non si cambia. I dem poi dicono che non vanno bene i due commissari, il loro operato, ma aggiungono che io sono inadeguato. Come dire che un giocatore lasciato sempre in panchina è inadeguato. Che ne sapete? Mi avete mai visto giocare? La critica aiuta ma le polemiche e il parlare a vanvera no».
r.i.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.