Non ha fretta, anche se si coglie la volontà di risolvere la questione e non aspettare novembre.
Prima dell’estate o entro la bella stagione. Donato Toma resta convinto: «La posizione della Lega è della Lega. Però devo capire bene cosa fanno gli altri per me e cosa posso fare io per loro». Donato Toma si descrive come il barone rampante di Calvino: distante dal palcoscenico su cui si alternano leader nazionali (Salvini) e colonnelli (Colla), consiglieri della sua maggioranza (con un occhio a chi come Aida Romagnuolo pare sia stato particolarmente riottoso a riconoscere che la casella debba andare al Carroccio, Romagnuolo che ieri mattina non era in piazza col centrodestra a Isernia e non è stata avvistata neanche nel pomeriggio all’evento dei salviniani) e assessori.
Con Matteo Salvini non ha appuntamenti segnati per domani. E il leader della Lega, d’altro canto, viene in Molise per riprendere il suo tour sul territorio. Ma la sua sola presenza ‘chiamerà’ le domande dei giornalisti e le istanze di rappresentanza di militanti e dirigenti locali sul quinto assessore. «Se fosse per me, chiuderei domani la partita, però ci sono segnali equivoci che mi arrivano da più parti. Voglio capire la lealtà e l’onestà politica di tutti che fanno parte del palcoscenico», spiega Toma. «Come il barone rampante sono su un pero, a una giusta distanza per osservare. La Lega ha contribuito alla mia elezione con 11mila voti, un grande merito. Ne sto cercando altri. Io sono stato leale. E dai leader mi aspetto rispetto non più solo indicazioni. A Salvini che verrà qui dico che siamo accoglienti con tutti e che però questa è terra di confronto e non di conquista».
Non è indifferente il nome dell’assessore in pectore della Lega. Quello di Michele Marone ha fatto storcere qualche muso, in ballo pare ci fosse pure Alberto Tramontano e pure qualche altro ‘ma’ è stato sollevato. Oltre a questo, però, Toma vuol testare anche la lealtà di chi dice: assessore esterno della Lega no. A prescindere. E chiede di guardare invece fra gli eletti.
Non è un pari e dispari, non è semplice perché in ballo ci sono molte cose. Ad aspettare Salvini pare che ci saranno anche gli ioriani, che ieri si sono schierati nella piazza del Carroccio a Isernia. Non proprio un segnale distensivo. L’equilibrio, se si troverà, non è questione di queste ore probabilmente.
ritai

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