«Ottimo il caffè». Inutile insistere, mentre entra nella Passat per passare a Venafro e poi dritto a Napoli, Matteo Salvini al giornalista che gli chiede dell’incontro con il governatore Donato Toma ripete solo: «Ottimo il caffè». Che di per sé è pure una sintesi dell’incontro, nel linguaggio metaforico e allusivo dei politici.
In mano ha una cartellina blu, intestata Regione Molise. Toma gli ha lasciato ‘gli appunti’. Il presidente esce dopo il leader della Lega, rimane prima a chiarirsi meglio con il commissario del partito Jari Colla. È con lui che si sentirà fra qualche giorno, sarà lui a dargli il nome dell’assessore del Carroccio che succederà a Mazzuto.
Nel pomeriggio Toma spiega di aver dato a Salvini e Colla una serie di indicazioni e valutazioni per capire meglio il quadro, «ma devo dire che erano già informati bene». In Consiglio la Lega al momento non ha rappresentanti, ma le due consigliere espulse hanno già detto il loro no a un esterno e i numeri della maggioranza non sono amplissimi. Inoltre, questo lo dichiara lo stesso Toma, a Salvini e ai suoi il presidente ha chiesto di indicare «un amministratore o comunque una persona che abbia esperienza amministrativa». Altrimenti il noviziato ricadrebbe in termini di impegno sugli altri componenti della squadra.
Il disco rosso per Calenda e Romagnuolo, però, sembra definitivo.
I colonnelli non ne vogliono sapere, lo strappo non si può ricucire. Sul tavolo restano Michele Marone, Alessandro Pascale e Alberto Tramontano. Rispetto ai due eletti di Palazzo San Giorgio, il presidente dell’Assise di Termoli sembra avere meno quotazioni. Cauti i due protagonisti del derby interno al Carroccio campobassano. «Sono a disposizione del partito e del territorio. Comunque, lavoro per far crescere il progetto soprattutto fra i più giovani», dice Pascale.
«Sono lusingato di questa possibilità che non ho chiesto. Non siamo molti noi amministratori della Lega e se la soluzione passa per noi credo sia giusto annoverarmi fra le possibilità – aggiunge Tramontano che era candidato sindaco ma poi ha fatto un passo indietro per la D’Alessandro -Però al momento è questo, una possibilità. Chi deve decidere e ragionarci sopra lo farà».
Tempi non lunghi, anzi piuttosto brevi, assicura Toma. Che non mette in dubbio che il quinto assessore tocchi alla Lega. Ricostruito un rapporto che, racconta, non si era mai in realtà incrinato, si riparte. Sul tavolino, insieme al caffè preso insieme ieri in un hotel a Pozzilli, anche le comunali di Isernia. Si vota a primavera 2021. «Ci stiamo preparando per le amministrative – chiude il governatore – E con Salvini e Colla abbiamo fatto considerazioni su una scelta in embrione».
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