Chiedono il rispetto di quanto si era deciso in maggioranza: abolizione della surroga, divieto di ingresso ad altri assessori esterni, deleghe per i consiglieri, maggiore condivisione sulle scelte e congelamento di tutte le decisioni sulle cariche a ottobre 2020. Altrimenti – si legge nel testo pubblicato dal Quotidiano del Molise online – sarebbero disposti a dar vita a un polo civico che pretenderà pari dignità dai tre partiti di governo.
La nota, consegnata a mano al governatore Toma dal presidente del Consiglio Micone e dal capogruppo dei Popolari per l’Italia Di Lucente (due dei sei firmatari), in sostanza vuole essere un altolà alla nomina di un esterno in quota Lega. Dopo l’incontro fra Toma, Salvini e Colla è sembrata invece cosa quasi fatta (con un derby in corso fra i due esponenti di Palazzo San Giorgio Pascale e Tramontano). Anche se il presidente della giunta ha suggerito ai vertici della Lega di non accelerare per poter valutare anche prese di posizione che in questi giorni sarebbero potute arrivare.
Micone, Di Lucente (che poco meno di un anno fa erano dati in ingresso nella Lega), le due pasionarie espulse da Mazzuto Calenda e Romagnuolo, Cefaratti (Orgoglio Molise) e D’Egidio (Forza Italia che andò insieme ai primi due a qualche incontro con la Lega mesi fa): questi i sei firmatari del disco rosso all’esterno del Carroccio.
«Prendo atto del contenuto della nota, valuteremo», dice laconicamente il governatore. La lettera, spiega, sintetizza una riunione in cui sono state dette alcune cose ma non ci sono impegni in tal senso da parte del presidente. Insomma, rappresenta il punto di vista di una parte della maggioranza.
Toma non intende snobbarlo ma neanche sembra aver rimeditato sulle cose che invece ha detto a Salvini. «Io di norma i patti li mantengo. Vanno fatte alcune valutazioni. Aspetto anche i segnali che mi arriveranno dalla Lega e poi decido», chiude Toma.
r.i.

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