Dopo il post in cui criticava il governatore Toma per la scelta di nominare un altro assessore, senza rispettare quindi la parità di genere, Paola Matteo fa sapere di aver dato mandato agli avvocati Ruta, Zezza e Roma « di tutelare la mia posizione proponendo ricorso davanti all’autorità giudiziaria competente» sulla sua estromissione dal Consiglio avvenuta con l’abrogazione della surroga.
Lo ha fatto, afferma, «dopo un periodo di profonda riflessione e dopo un serrato confronto con i cittadini molisani, incredibilmente colpiti dalla mia estromissione dalla carica di consigliera regionale, tra l’altro in un momento storico tra i più drammatici della nostra Repubblica».
Dunque, la prima dei non eletti di Orgoglio Molise consuma uno strappo evidente. Si affida ai legali che difendono già Scarabeo e Tedeschi (che sono in attesa del pronunciamento del Tar sul loro ricorso), parla di autorità giudiziaria competente e non di Tar, sottolinea che per lei parlano solo gli avvocati e lei resterà per ora in silenzio. «Sono serena perché ho la certezza di aver adempiuto sempre con coscienza e assoluta serietà il mandato istituzionale che ho avuto l’onore di ricoprire, grazie al voto dei cittadini. Non porto nessun rancore né personale né politico, ma non rinuncio ad esprimere profonda disapprovazione istituzionale per gli atti posti in essere dal Consiglio regionale in una vicenda che segna un punto di non ritorno nel rapporto tra organi istituzionali e cittadini», conclude.

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