Antonello Caporale da un capo del telefono. Dall’altro, Aldo Patriciello. Domande dirette, senza troppi giri di parole che diventano l’intervista pubblicata nell’edizione di ieri del Fatto. Risposte altrettanto chiare, inequivocabili che evidenziano la padronanza dell’eurodeputato del Ppe che si fa tentare dal ‘gioco’ e risponde a tono. Con sincerità, che di questi tempi non è scontata.
La notizia, per il giornalista campano – anzi precisamente di Palomonte, Salerno e la provenienza geografica ha un suo perché in questo contesto – è troppo ghiotta per non riprendere in mano la vecchia rubrica telefonica e cercare «l’uomo partito» come lo stesso Patriciello si descrive nel corso della chiacchierata.
Con De Luca in Campania e con Toma in Molise, il gossip circola da giorni, diventa oggetto di articoli giornalistici che restano però geograficamente confinati nella Campania felix. E così tocca capire, per un giornalista di Salerno – il regno del governatore De Luca, secondo in Italia per gradimento dopo Luca Zaia – se davvero la questione ha assunto questi contorni politicamente aperti.
«Resto con Silvio ma porto voti a De Luca e Mastella», il titolo non lascia spazio a troppi dubbi del resto.
Patriciello politico omnibus, dice Caporale. E all’europarlamentare molisano, campione del consenso, la rifinitura piace. Anzi, «mi sta a pennello» – dice. L’inciucio campano, perché giornalisticamente e semplicisticamente così potrebbe essere raccontato, parte da un presupposto: l’eurodeputato ha raccolto 83mila preferenze, la dimostrazione della «particolarità della mia azione politica – dice Patriciello rispondendo a Caporale -; organizzo la mia attività non precludendo l’altrui ideologia o passione o anche opzione». Eccolo qua, il nocciolo della questione. Comunista, fascista o ateo, nessuna porta sbarrata.
«Essere dialogante è la mia natura – ammette ancora Patriciello – e così la mia natura diviene la mia forza». Da qui a un triplo salto mortale (politico, s’intende) però ce ne passa. Patriciello era e resta un uomo di Forza Italia, lo spiega con chiarezza sulle colonne del Fatto. Ma il sostegno a De Luca, «che ara nel campo avverso?». Il punto di contatto, come ormai è noto alle cronache politiche degli ultimi giorni, ha un nome e un cognome. Flora Beneduce. «Mia cara amica – ammette Patriciello – e consigliere regionale di Forza Italia che ha lasciato il partito e si è fatta una sua lista con la quale sostiene De Luca».
Smentita ogni ipotesi di liaison con Matteo Renzi e Italia Viva e il motivo, anche in questo caso, è chiaro. Ed è suffragato dalla storia politica dell’eurodeputato. «Ho un solo simbolo, sono un uomo partito» ammette.
Mastella sosterrà De Luca, con una sua lista, mentre la consorte è comunque una esponente azzurra. Entrambi, i coniugi, sono amici dell’eurodeputato che «non guarda ai simboli, la mia traiettoria è nel segno dell’interpersonalità».
Nella scaletta dell’intervista il futuro di Forza Italia, l’apprezzamento per Conte (definito “leader del futuro”), la sua nota disponibilità, a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno della settimana. Sullo sfondo il successo elettorale, il bottino di consensi: quarto mandato in Europa, secondo in termini di preferenze solo a Berlusconi. E le amicizie, alle quali tenere non in ragione dell’appartenenza politica. Una sola domanda Caporale ha steccato. Ma lui è di Salerno, non può sapere: appoggiare anche se indirettamente ‘o professore’, il governatore del ‘lanciafiamme’ che sembra uscito dalle pagine di Curzio Malaparte, potrebbe essere un messaggio, un segnale, una ipoteca sul futuro del governo regionale molisano?

l.s.

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