Andrea Di Paolo, uno degli organizzatori della manifestazione, si guarda intorno soddisfatto. Ci sono casalinghe, persone che hanno preso un giorno di permesso dal lavoro.
«Sta crescendo la coscienza sui problemi della sanità», sintetizza. I servizi sono in ginocchio a Termoli, a Larino, ad Agnone… «La gente si sente abbandonata».
Non solo abbandonato ma anche tradito dalle istituzioni si sente il papà di Manuel. È di Poggio Sannita, gestisce una casa di riposo. Suo figlio, 13 anni, è su una carrozzina «per colpa della nostra mala sanità, perché il presidio di Agnone era già smantellato all’epoca» e per il parto la mamma fu portata a Campobasso. Un caso di mala sanità riconosciuto, l’Asrem ha dovuto risarcirli, racconta davanti a Palazzo D’Aimmo. «Siamo sempre a combattere, diffide, denunce, sembra che stiamo chiedendo l’elemosina, le fisioterapie adeguate. A volte le effettuano per tre giorni a settimana, poi le interrompono per mesi, nell’arco della sua vita sono state interrotte addirittura per anni davvero. Chiediamo solo questo: fisioterapia e ausili adeguati». La battaglia più recente, che ha portato i genitori di Manuel a dover trovare e sborsare di tasca loro 20mila euro per una carrozzina elettrica 4×4, si direbbe che l’hanno persa. Ma invece non è così. L’hanno persa l’azienda sanitaria e il servizio sanitario pubblico che non sono riusciti a garantire un diritto fondamentale.
Dopo tre anni di promesse, «gli specialisti avessero riconosciuto il diritto», il papà di Manuel parla anche di una gara bandita, «l’Asrem ce l’ha rifiutata, l’abbiamo dovuta acquistare noi genitori per non fargli vivere anche una terza estate senza questa carrozzina». La carrozzina arriva a fine mese e Manuel potrà andarci anche sulla spiaggia. «L’ha provata nel 2018 e ne era innamorato», gli permetterà di uscire da solo.
Fisioterapie e ausili adeguati: a Manuel la sanità molisana, responsabile già della sua disabilità da quello che ha raccontato il padre, non ha garantito finora nulla di quel che gli serve.
In via IV Novembre ci sono pure i rappresentanti del gruppo isernino di genitori con figli disabili. Chiedono alla Regione di formulare due graduatorie distinte per i fondi della non autosufficienza, con un unico calderone – spiegano – i ragazzi vengono penalizzati perché in graduatoria arrivano prima gli anziani che hanno più patologie croniche.
Le combattive mamme del comitato MoliSanità #L113 di Termoli sono tornate sul fronte perché il punto nascita del San Timoteo rischia la chiusura per la mancanza di pediatri (l’anno scorso non c’erano ginecologi) e perché ora anche il consultorio è al lumicino.
«Non siamo un quartiere di Roma», scandisce Enrica Sciullo del comitato ‘Il cittadino c’è’.
Cosa chiede la ‘piazza’ della protesta? «Il rispetto del diritto alla salute e al governo nazionale chiediamo di azzerare il debito e istituire un organo di controllo sulla Regione Molise. Se quest’anno sono 100 milioni di disavanzo, l’anno prossimo ne avremo 200…», dice Di Paolo
Non solo gente comune, anche un pezzo del Pd manifesta davanti al Consiglio regionale.
C’è Stefano Buono per ribadire che il Ss Rosario «va potenziato perché ha capacità di attrarre i pazienti da fuori regione» e questo vuol dire anche «far pesare in termini di bilancio quella spesa sanitaria sulle altre regioni». E c’è Mariateresa D’Achille per chiedere l’intervento diretto del ministero della Salute, «altrimenti la sanità molisana sarà privata e di pochi».
r.i.

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