Gestione degli eventuali casi positivi, misurazione della temperatura e trasporti. Soprattutto trasporti. Sono i nodi principali che restano da sciogliere in vista della ripartenza dell’attività didattica in presenza a settembre. Nulla di fatto nell’incontro di ieri fra governo e Regioni, da cui si è venuti fuori anzi con uno scontro.
Gestione dei casi, dunque. Il documento dell’Iss è «robusto e strutturato» e vale come «protocollo condiviso da adottare in tutto il Paese» anche se resta «un testo aperto che potrà essere arricchito con il passare dei giorni, un vademecum per l’apertura delle scuole che può essere sempre aggiornato con l’esperienza sul campo», ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza durante la videoconferenza. Il coordinamento con Regioni ed enti locali sarà permanente, ha assicurato il titolare degli Affari regionali Francesco Boccia, per il quale pure il documento dell’Iss è serio e può essere integrato, ma deve valere dalla Valle d’Aosta alla Sicilia.
Via libera al documento dall’Emilia Romagna, che tuttavia ha posto il tema degli organici e del trasporto: «Se non si interviene in questi giorni chiarendo i limiti delle capienze sul trasporto pubblico locale si rischia il caos», ha detto il presidente Bonaccini. Attaccano i governatori del Nord. Fontana considera necessario cambiare modello per far partire l’anno scolastico «con scaglionamento degli orari di ingresso e di uscita combinato alla didattica a distanza». Critico pure Toti sul trasporto innanzitutto: «Dobbiamo fare i conti con i mezzi che abbiamo e, per garantire che tutti possano arrivare a destinazione nei tempi previsti, è indispensabile che non ci siano regole che risulterebbero totalmente inapplicabili».
Le Regioni, poi, in larga parte dicono no all’uso obbligatorio della mascherina in classe. Chiedono che venga modulato in base alle situazioni (magari usandole solo negli spazi comuni dove è garantito il distanziamento nelle aule) e ai territori, a seconda degli indici di contagio.
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha assicurato che «grazie alle risorse stanziate per l’emergenza ci saranno oltre 70mila unità di organico in più per la ripartenza tra docenti e Ata».
Al Molise sono destinati circa 4 milioni che l’Usr convertirà in personale aggiuntivo.
Da venerdì prossimo, ha reso noto inoltre il commissario straordinario Arcuri, verranno distribuiti i banchetti monoposto.
Nodo principale, quello dei trasporti. Le Regioni presenteranno proposte, in particolare per le ore di punta che coincidono con gli orari di entrata e uscita dalle scuole. Il ministro Paola De Micheli sarebbe disponibile ad eventuali deroghe. Più cauto, invece, Speranza, che ha ricordato le indicazioni del Cts, contrario ad eventuali deroghe rispetto a quanto già stabilito per la tutela della sicurezza.
Tra le ipotesi già emerse: l’adozione a bordo dei mezzi di separatori morbidi coerenti con le prescrizioni di sicurezza e la differenziazione degli orari di apertura e di chiusura delle scuole, che permetterà di diluire nel tempo i flussi di accesso. Sul tavolo anche una definizione più ampia del concetto dei congiunti, estesa a compagni di classe e di lavoro per derogare al distanziamento di un metro. Ma si attende sul punto il pronunciamento del Cts.
«Sono sempre soddisfatto quando si parla e ci si incontra, ma avrei voluto un incontro più ravvicinato dopo quelli avvenuti prima di Ferragosto perché i problemi stanno emergendo velocemente. Si è rallentato troppo nel mese di agosto, ora bisogna recuperare il tempo per così dire perduto», ha commentato a margine della riunione il presidente della Regione Donato Toma.
Quanto alla misurazione della temperatura per alunni e studenti, «io preferirei il controllo a scuola e molti virologi dicono che si può fare anche con sistemi elettronici all’ingresso», ancora Toma.
Dopo la Conferenza Unificata di domani chiamata a varare il documento Iss sulla gestione degli eventuali casi di Covid a scuola, sono previste riunioni sul trasporto. L’obiettivo, conclude Toma, è «arrivare a un’intesa, tenendo però presente che, essendo una materia regionale, le Regioni potrebbero decidere diversamente da linee guida concordate». Perché il nocciolo della decisione è lasciare qualcuno a piedi o implementare i mezzi. Ai sindaci della Regione, il governatore Toma ha chiesto di comunicare esigenze e criticità per il trasporto scolastico (in merito a mezzi e percorrenze) e definire poi l’impiego dei fondi che la giunta ha messo da parte.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.