Omnia. Nome impegnativo e rivelatore degli obiettivi – ambiziosi- che si pongono i fondatori della neonata associazione: «Vogliamo rappresentare tutte le domande, tutte le risposte, tutte le azioni, tutti i motivi, tutte le scommesse, tutti i propositi, tutte le ambizioni, tutti i sogni della nostra meravigliosa Italia».
Qualche settimana fa su Facebook, così Alessio Pietracupa commentava la foto che lo ritrae a Roma – insieme agli amici e compagni d’avventura Francesco Acri, Gabriele Galizia e al notaio Antonio Di Tuoro che ha stipulato l’atto – dopo la firma sulla nascita di Omnia. Laureato alla Luiss, fondatore e Ceo della startup Evotion, che opera nel settore della biomedicina, per Alessio Pietracupa il cognome e la famiglia non sono un peso né un utile privilegio: piuttosto invece uno stimolo a mettersi in gioco e dimostrare il proprio talento.
«Presenteremo Omnia e avvieremo il tesseramento dopo le regionali, vogliamo evitare strumentalizzazione. Intanto stiamo riscontrando già molto entusiasmo», premette. «La nostra associazione è apartitica. Non ci riconosciamo in nessun partito perché oggi la politica non è meritocrazia», aggiunge.
Omnia: un’associazione politica creata da giovani. Un azzardo?
«Accarezzavo da qualche anno questa idea, insieme agli amici che con me l’hanno fondata. Siamo tutti e tre appassionati di politica e abbiamo voglia di fare qualcosa di buono. Pensiamo ci sia bisogno di rinnovamento, nel senso di un cambiamento di impostazione che renda protagonisti i giovani. Loro ragionano al passo coi tempi, certo manca l’esperienza. Ma intorno c’è una totale sfiducia nella classe politica del Paese: così si finisce col pensare che mettersi a disposizione non serva. In questo modo saremo sempre governati da chi non è capace o è meno capace. Noi non abbiamo pozioni magiche, vogliamo però dare un contributo costruttivo e soluzioni concrete».
Apartitici, d’accordo. Ma avete un’angolazione da cui guardate al mondo.
«Siamo moderati, ma non abbiamo una precisa collocazione politica. Molti argomenti che andiamo a trattare, poi, sono trasversali. Pensiamo all’energia, all’ambiente. Il tempo degli schieramenti è finito, se altri propongono cose positive e che si condividono la contrapposizione non serve, anzi fa male al Paese. Non ci riconosciamo nei partiti perché la politica, a parte pochissimi casi, non è più meritocrazia. E non c’è rappresentatività del territorio. Pensiamo alle liste bloccate per le politiche. Si discute del numero dei parlamentari in vista del referendum, è importante. Ma bisognerebbe mettere mano prima alla legge elettorale».
Quali sono i cardini della vostra proposta?
«Una struttura di rappresentanza territoriale, con coordinatori comunali e provinciali. Così affronteremo i grandi temi ma pure i bisogni dei piccoli e grandi centri del Molise. Ogni argomento, poi, lo tratteremo con tavoli dipartimentali e con advisor in modo da fornire proposte e soluzioni. Infine, una scuola di formazione politica: chi viene eletto deve sapere qual è il suo ruolo, avere le giuste conoscenze giuridiche ed economiche. Quindi: territorio, passione, preparazione e competenza. E per competenza non intendo avere la laurea, ma conoscere il proprio settore, un commerciante in gamba per esempio può darci indicazioni che sono oro per costruire soluzioni. Su questa piattaforma, invitiamo chiunque, di qualunque età, a dare il proprio contributo. L’Italia è piena di problemi. Tutti sono bravi a elencarli. Ma le soluzioni invece scarseggiano. Omnia vuole cambiare registro».
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