I numeri diffusi da OpenParlamento restituiscono un quadro non proprio edificante dei nostri rappresentanti eletti alla Camera e al Senato: un terzo dei parlamentari è stato assente durante le votazioni svolte da inizio legislatura. Una percentuale che si avvicina a quella che sarà tagliata dopo la larga vittoria del sì al referendum costituzionale confermativo richiesto da 70 senatori all’indomani della legge approvata l’8 ottobre scorso, in via definitiva e con una maggioranza bulgara (votarono a favore M5s Pd, Italia Viva e Leu, ma anche Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia).
Con convinzione e non solo per disciplina di partito, l’ex segretaria regionale dei dem ha sostenuto le ragioni del Sì. C’è infatti poco o nulla della renziana di ferro di un tempo nelle parole di Micaela Fanelli che esalta la vittoria del Sì e la performance del Molise. Una successo netto per la capogruppo regionale del Pd a Palazzo D’Aimmo «che pone la nostra regione tra quelle con la migliore affermazione, con la partecipazione al voto di un molisano su due» .
La strada è tracciata, dice l’ex sindaca di Riccia che in questo pronunciamento popolare legge «un segnale chiaro che chiede di continuare sul percorso delle riforme».
«Per chi come me si è sempre battuta per una macchina istituzionale più snella ed efficiente, il risultato di oggi gratifica e motiva» commenta Micaela Fanelli vicina ai vertici del Nazareno, per Zingaretti «la vittoria del no avrebbe bloccato la stagione di riforme»), e sempre più distante dalla posizione di Renzi che ha bollato questo referendum, approvato 4 volte dal Parlamento e ora anche dalla maggiore parte degli italiani, come uno spot e non una svolta, perché che taglia i parlamentari ma lascia intatti i problemi del bicameralismo perfetto. Anche se il finale non è di rottura, anzi: «Ben ha fatto il Partito Democratico a dare un indirizzo in questa direzione – chiosa Fanelli – da domani al lavoro per completare il quadro e dare risposta positive anche alle corrette preoccupazioni di coloro che hanno votato no».

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