«Complessivamente è andata bene. La defaillance dei 5 Stelle è conclamata, hanno riesumato il Pd che li sta fagocitando. E a Montenero il centrodestra ha vinto».
Donato Toma commenta così il dato delle amministrative 2020 in Molise. Già dalla diretta di Teleregione del mattino, tira stoccate al Movimento, e lo fa con le dichiarazioni di Massimo Bugani: non c’è nulla da festeggiare.
Il governatore, esponente del centrodestra, distingue il ruolo politico da quello istituzionale. «In quest’ultima veste, faccio gli auguri a tutti i sindaci e gli amministratori eletti in questa tornata in Molise, perché sono il presidente di tutti», precisa. «Riceverò ogni sindaco indipendentemente dal colore politico, naturalmente».
Da rappresentante di Forza Italia, in generale da capo della coalizione di centrodestra, però deve fare i conti con la sconfitta ad Agnone. «Quella di Iannelli era una lista di centrodestra e ha perso, chi doveva sostenerlo non l’ha fatto. Ma il Movimento ad Agnone ha clamorosamente perso», commenta Toma. Che poi ricorda il perché la città di Agnone è andata al voto: una spaccatura nel centrodestra che amministrava, le dimissioni di alcuni consiglieri hanno portato al commissariamento e alle urne. «Un’operazione che non ho ancora capito, un’operazione a perdere», evidenzia Toma.
A Bojano, è la voce circolata in queste settimane di campagna elettorale, Ruscetta era il candidato del governatore, oltre che di D’Egidio, Fusco Perrella e dei Romano. Quindi ai piedi del Matese ha vinto Toma? «A Bojano ha vinto chi hanno deciso i bojanesi. C’erano due liste con esponenti di centrodestra e io non ho fatto alcun intervento. Mi sono volontariamente astenuto da ogni valutazione, ho evitato di andare a Bojano per un mese. È chiaro che un giudizio su quel che è avvenuto ce l’ho ma lo darò a mente fredda, non voglio alimentare polemiche». Così Toma allontana la narrazione che lo vede vicino al neo sindaco (forse per via dell’appoggio, questo sì alla luce del sole, dell’ex primo cittadino Di Biase di cui Toma fu assessore qualche anno fa).
Segnali positivi, ribadisce il governatore, a suo parere sono emersi dalle urne del 20 e 21 settembre. Quanto alla situazione di Bojano, «ognuno di noi deve trarne le conseguenze. Si sono determinate questioni non condivise col centrodestra regionale, da entrambe le parti. Pareva ci si volesse contare. Bisogna ora cospargersi il capo di cenere e andare uniti: limiamo le differenze perché abbiamo una storia in comune».

r.i.

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