Quando il presidente Micone dichiara conclusi i lavori del Consiglio regionale sono da poco passate le 13. La seduta, dedicata alla trattazione di una serie di interpellanze datate nel tempo, non ha riservato scossoni né frizioni legate, come magari ipotizzabile, ai recenti accadimenti politici che hanno portato qualche dissidio interno alla maggioranza di governo. Le elezioni comunali, i risultati del voto ad Agnone e a Bojano, non sono entrati in Aula, a Palazzo d’Aimmo. In discussione un corposo ordine del giorno di argomenti vari, alcuni dei quali risalenti al dicembre 2019. Fra questi 31 punti in trattazione, si contano i quindici argomenti iscritti ai sensi dell’articolo 42 dello Statuto. Proposte di legge che sono state assegnate dal presidente del Consiglio regionale alle Commissioni competenti per le quali, però, è trascorso il termine per la conclusione del procedimento di esame e di eventuale approvazione. Tecnicamente, la proposta di legge arriva al vaglio del Consiglio regionale con un parere, reso appunto in sede di Commissione. «In caso di inosservanza del termine assegnato per l’esame preliminare, – si legge al comma 2 del famigerato articolo 42 dello Statuto – il presidente del Consiglio, su richiesta del proponente, iscrive la proposta di legge all’ordine del giorno della prima seduta del Consiglio regionale successiva alla richiesta». Su 31 punti, 15 sono iscrizioni ai sensi dell’articolo 42. Fra le proposte ferme in attesa di un parere, indispensabile, che può essere rilasciato (ai sensi dell’articolo 42) pure oralmente dal relatore prima che l’Aula esamini il provvedimento, anche le due pdl sulle attività commerciali e artigianali presentate dal presidente Toma la cui assegnazione alle commissioni competenti risale al 29 gennaio 2020. Otto mesi fa. Ed è proprio legata a questi ritardi la convocazione ad horas, avvenuta al termine dei lavori dell’Aula di ieri mattina, dei capigruppo e dei presidenti delle quattro Commissioni consiliari. Ai quali il presidente Micone ha chiesto di accelerare i lavori per rispondere con maggior efficacia alle istanze del territorio e dei cittadini. I beninformati parlano di una ramanzina, di certo Micone – sicuramente con toni istituzionali – ha chiesto ai quattro presidenti di Commissione di sveltire al massimo i tempi per l’esame delle proposte di legge, degli atti amministrativi in giacenza e persino per le relazioni che le Commissioni sono chiamate a produrre per le proposte di legge iscritte ai sensi del famigerato articolo 42. Ai consiglieri l’appello a voler semplificare le procedure per la presentazione delle interrogazioni, a ridurre al minimo necessario i tempi degli interventi in Aula. Richieste che hanno l’obiettivo di semplificare la fase della discussione dei provvedimenti. In sintesi, visto che si avvicina il giro di boa di novembre (quando dovranno essere rinnovati sia la presidenza del Consiglio sia i vertici delle Commissioni), sarebbe meglio portare a termine il lavoro assegnato. Richieste accolte e sostenute dai capigruppo Romagnuolo, Greco e Fanelli che hanno sottolineato la necessità che l’Aula affronti le tematiche più urgenti in maniera tempestiva. Come ad esempio il Piano Sociale, la cui discussione è anche già iniziata in aula come ha rimarcato Mena Calenda. Il capogruppo 5s ha annunciato che formalizzerà la richiesta di avvio dei lavori della Commissione speciale di studio per il debito sanitario, voluta dal Consiglio regionale alcuni mesi fa e mai partita. Prossima seduta il 6 ottobre. E si discuterà, di certo, anche di Piano Sociale.
red.pol

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