In gergo si chiama ‘giro di boa’, ed è ormai dietro l’angolo. In pratica, a due anni e mezzo di distanza dall’insediamento, il Consiglio regionale sceglie (o conferma) il presidente e l’ufficio di presidenza. Giro di boa che coincide con la fine del mese di novembre. Nonostante il momento emergenziale, le manovre per trovare sponde indispensabili alla prossima elezione ad un ruolo ambito e di massima visibilità sarebbero in corso.
Scampato il pericolo della modifica dello Statuto – che, se fosse passata, avrebbe tenuto in sella presidente del Consiglio e l’ufficio di presidenza dall’inizio alla fine della legislatura (quindi per cinque anni) – l’argomento è tornato nel cassetto ed è risbucato con l’approssimarsi della scadenza che adesso è davvero vicina. Si contenderebbero il ruolo l’attuale vertice di Palazzo D’Aimmo, Salvatore Micone, eletto con l’Udc, e, stando ai rumors, l’assessore al Turismo Vincenzo Cotugno che presidente del Consiglio lo è stato nella legislatura di centrosinistra con Frattura governatore.
Quest’ultimo, da quel che si racconta nei corridoi di palazzo, starebbe lavorando per trovare consensi in maggioranza. Micone pure ambisce al bis e sembra che non lo nasconda.
Un ruolo istituzionale di primo piano, non c’è dubbio, quello di presidente del Consiglio regionale che richiede una conoscenza approfondita della macchina amministrativa, del regolamento e dello Statuto. Ma anche una figura capace di fare sintesi, di rappresentare le istanze di tutta l’Aula, di garantire maggioranza ma anche e soprattutto le opposizioni. I due competitor starebbero verificando le possibilità, in termini di consensi necessari, per tentare di (ri)conquistare secondo piano di Palazzo D’Aimmo.
Sempre che, nella partita, non sbuchi fuori l’outsider della maggioranza che, in zona Cesarini e con un abile dribbling a sorpresa, infili in porta il gol. E in politica non è raro che accada.
red.pol.

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