Lockdown nelle grandi città a più alto rischio come Napoli e Milano e stop allo spostamento fra Regioni.
Dopo una riunione coi capidelegazione della maggioranza nel governo e dopo la riunione convocata d’urgenza col Comitato tecnico scientifico ieri pomeriggio alle 18, è trapelata l’intenzione del premier Giuseppe Conte di stringere i tempi. E le restrizioni riguarderanno i territori.
Per questo il premier incontra stamane le Regioni a partire dalle 9, la conferma dal presidente della Regione Donato Toma. Candidate alla stretta le aree metropolitane di Milano, Napoli, Genova, Torino, porzioni del Veneto e alcune regioni meridionali. Accanto ai limiti alle Regioni, dovrebbe essere anche varato un dpcm con misure nazionali, da approvare lunedì. A mezzogiorno di domani è infatti convocata la Camera, poi il Senato. Conte vuole un passaggio, e un voto, parlamentare prima del dpcm.
Il governo avrebbe scelto di seguire un doppio binario in parallelo: restrizioni in tutto il Paese e, contestualmente, ordinanze locali più restrittive, veri e propri lockdown mirati. Tra i limiti studiati invece in vista del dpcm nazionale, nuove regole per gli orari dei negozi, limitazioni ai movimenti regionali, forse ulteriori strette ai ristoratori, ad alcune attività sportive e dedicate alla cura della persona.
Non mancano le voci contrarie e più rigoriste fra i governatori. Così ieri il presidente della Campania Luca: «È una stupidaggine chiudere Milano e Napoli, non servono misure “mezze, mezze”. È il momento di interventi di carattere nazionale».

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