Entrano in scena anche le case della salute. Come previsto già in primavera e come avvenuto in particolare per dare assistenza ai pazienti positivi delle case di riposo, le strutture di Venafro e Larino (per ora solo il Ss Rosario, poi se servisse anche il Vietri) faranno la loro parte.
«Una parte prevista dal nostro piano, nel passaggio dalla fase 3 alla 4», spiega il presidente della Regione Donato Toma.
All’esito dell’unità di crisi che si è riunita domenica sera si è deciso che a Venafro saranno assistiti i paucisintomatici e gli asintomatici che non possono isolarsi nella propria casa e non possono andare in albergo. «Abbiamo a disposizione perlomeno 20 posti, che vanno nel computo totale quindi. I motori sono pronti a partire», assicura Toma. Il sindaco di Venafro Alfredo Ricci ha fatto presenti le perplessità della comunità: per il Ss Rosario era stato promesso un potenziamento di servizi e invece perde perfino 20 posti di rsa nel piano di riorganizzazione territoriale dei commissari. E adesso di nuovo la cura dei Covid. «È vero, l’Asrem ha preso un impegno con quella comunità. Ma adesso siamo in emergenza e ogni territorio deve dare il suo contributo. Abbiamo bisogno di quella struttura e la attiveremo. Passata l’emergenza, l’impegno andrà rispettato», dice sul punto il capo di Palazzo Vitale.
Annuncia, poi, sempre in relazione alle strutture sanitarie che nell’ambito del piano per l’utilizzo dei fondi del Recovery fund ha inserito la richiesta di 100 milioni per la riqualificazione del Veneziale di Isernia.
Sono arrivati, inoltre, i test antigenici (8.500) destinati al Molise per i medici di base e i pediatri. Oggi è in programma l’incontro della struttura commissariale con i sindacati dei medici per arrivare alla firma del protocollo che Toma ha ‘chiesto’ a Giustini con ordinanza di elaborare e approvare.
A proposito del commissariamento, dopo quel che è avvenuto in Calabria, Toma ha intenzione di tornare alla carica chiedendo al ministro Speranza di rivedere l’intero sistema, come è peraltro previsto dal Patto per la Salute. In Molise, rivendica comunque, il commissario non è stato isolato o estromesso dalla gestione e dal monitoraggio dell’emergenza Covid: «Ho voluto che facesse parte dell’unità di crisi proprio perché ritengo che in questa situazione sia essenziale collaborare. Abbiamo il piano Covid, quello per il potenziamento della rete ospedaliera e quello per il territorio. Tutti approvati con decreti commissariali». Ma non cambia idea sull’impianto: «Non do colpe al generale Giustini, è il commissariamento che ha dimostrato di non funzionare».

r.i.

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