I timori che aveva espresso a giugno, dopo il primo incontro a Foggia, li ha visti materializzarsi in queste ore.
L’iter di realizzazione della condotta che porterà l’acqua del Liscione in Puglia «va davvero molto oltre quelle che vennero definite “riunioni interlocutorie” – commenta le novità di queste ore la portavoce 5s Patrizia Manzo – tant’è che la notizia viene rilanciata con entusiasmo dai vertici regionali pugliesi. E non potrebbe essere diversamente visto che la nostra acqua disseterà migliaia di cittadini della Capitanata».
L’entusiasmo dei vertici della Regione Puglia nella conferenza stampa di tre giorni fa e il riferimento a un preciso ristoro, 5 milioni all’anno, per Manzo la dicono lunga. Anche se «in Molise tutto tace: nessuno è stato messo a conoscenza di tutto ciò. Il Consiglio non ha affrontato né discusso questa ipotesi sulla quale avevamo chiesto, grazie alla mozione presentata dalla collega Fanelli e che ho condiviso convintamente, che l’Aula fosse informata dello stato dell’arte delle interlocuzioni e del progetto».
La consigliera pentastellata parla di «esproprio e trasferimento di bene comune» su cui si è messa in atto «la strategia del “fiume carsico”: scorre sotterraneo, in Molise, per poi riemergere con forza in Puglia dove arriveranno ulteriori 50 milioni di metri cubi d’acqua che di fatto eviterebbero ai nostri vicini di attingere troppo dall’invaso di Occhito che, proprio la scorsa estate, ha mostrato di essere al di sotto della soglia limite come avevo purtroppo denunciato con largo anticipo a febbraio».
La condotta, riferisce Manzo, costerà 10 milioni di euro, totalmente a carico della Puglia. Al Molise un ristoro stimato sui 5 milioni di euro l’anno che consentirebbe di cofinanziare i lavori per eliminare le problematiche infrastrutturali che non permettono ai consorzi di bonifica di utilizzare l’acqua dell’invaso. «Il ristoro, secondo la narrazione dei vicini pugliesi, eviterebbe di far gravare i costi di quell’opera sugli agricoltori molisani costretti, altrimenti, a pagare di più l’acqua. Mentre invece, grazie alla loro benevolenza, tutto questo aggravio di costi sarà eliminato. Non solo: l’opera di ingegneria idraulica di cui nessuno in via Genova sembra conoscere i dettagli – posto che registrammo a fine giugno una certa ‘vaghezza’ nelle dichiarazioni rese in Aula – ci permetterà di regalare l’oro blu del Molise ai cugini pugliesi invece di disperderla a causa delle nostre pessime condotte idriche diventate ormai un colabrodo. Non è in discussione la solidarietà – ci tiene a ribadire – Ma torna il solito triste tema che sembra il leitmotiv di questa legislatura: nessuna informazione dai vertici istituzionali all’Aula, nessun confronto, nessuna condivisione di strategie e programmazione».
Anche Manzo non manca di ricordare che i ristori previsti per la cessione delle acque di Occhito, dal 1978, non sono mai arrivati «né tanto meno mi pare siano stati richiesti dai successivi governi regionali, compreso quello attuale.. Eppure, in termini infrastrutturali, avrebbero dovuto ‘salvare’ cittadini e agricoltori dalla sete». Incalza infine Toma a dichiarare la sua posizione in Consiglio «tenuto colpevolmente all’oscuro della realizzazione di questa opera che penalizzerà fortemente cittadini, agricoltori, ecosistema e ambiente molisani».

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