Filomena Calenda ripete in Aula il suo j’accuse anticipato sui social sabato: dal piano operativo che non è stato ancora approvato e avrebbe dovuto essere in vigore nel triennio 2019-2021, alla gestione dell’emergenza pandemica, a suo parere «oggi nessuno è più giustificabile». Tamponi, vaccini, posti letto comunicati, hub Covid ancora in alto mare. «Chiedo che vengano azzerati tutti i vertici della sanità», dice in Aula dopo l’informativa del governatore Toma. E fa i nomi: Giustini, Grossi, Florenzano, Scafarto e Gallo. «Dovrebbero abbandonare loro, se non lo fanno a mio parere ci sono i presupposti per applicare il d.lgs 171/2016 sulla decadenza dei dg delle Asl», chiude.
Dalla minoranza condivisione della sua analisi, ma i 5 Stelle le chiedono di essere conseguenti e presentare una mozione di sfiducia a Toma.
Non è colpa di Toma, rintuzza il presidente del Consiglio Salvatore Micone che pure però spara su Asrem, se all’ospedale di Isernia gli ispettori hanno rilevate carenze igienico sanitarie. Chiama in causa anche la deputazione parlamentare perché la sanità è commissariata e quindi gestita dal governo. E poi mette nel mirino via Petrella. «La struttura aziendale sanitaria non va a 300 all’ora, come purtroppo dovrebbe essere in un periodo di guerra. E credo, presidente Toma, gliel’ho detto più volte anche in riunione di maggioranza, che chi sta al vertice di quell’azienda dovrebbe essere educato e rispettoso dei cittadini e delle istituzioni. I ruoli apicali dei distretti, delle strutture ospedaliere dei vari gruppi di lavoro non eccellono per l’attività che stanno svolgendo in questo momento», scandisce nel suo intervento Micone accennando alle risultanze dell’ispezione. A Toma, quindi, chiede aderendo a quanto «sostenuto dalla collega Calenda», di mettere «in moto tutte le azioni possibili affinché chi non ha intenzione di lavorare a 300 all’ora in questa guerra non ricopra più determinati ruoli. non difenderò più questi personaggi perché i molisani non lo meritano».

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