Senza scossoni il rinnovo della vicepresidenza del Consiglio: la maggioranza sceglie Cefaratti (Orgoglio Molise). Non passa inosservata l’assenza del forzista D’Egidio (che poi rientra), ma i voti ci sono. Cefaratti vicepresidente perché Mena Calenda è diventata assessore e ha quindi ritirato la 13esima firma dalla mozione di sfiducia.
Attacca frontalmente, comunque, il primo firmatario del documento. Greco, capogruppo 5s, parla di «regione in ginocchio dal punto di vista sociale e sanitario». Votare la sfiducia è «l’unico strumento per fermare il Molise che sta correndo veloce verso un baratro». Molise, anzi, «morto nelle immagini dei nostri nonni che si lamentavano perché non gli arrivava l’ossigeno, ogni volta che un elicottero ha dovuto trasferire fuori regione un nostro corregionale dopo un anno di pandemia in cui non si è fatto nulla o quasi per riorganizzare l’assistenza». poi chiude, citando un passo di Baricco (Seta): «Per molti di voi è arrivato il tempo dell’oblio, chinate il capo e chiedete scusa».
La collega capogruppo dem Micaela Fanelli ripercorre tagliandi (dal 2019) e crisi della maggioranza, fino all’azzeramento della giunta e al siluramento dei consiglieri surrogati prima del bilancio l’anno scorso. Punta il dito non solo sulla gestione dell’emergenza sanitaria, ma anche sull’assenza della Regione dai riparti di fondi, insiste Fanelli e si riferisce ai vertici amministrativi.
Scambi, poltrone, legislatura fallimentare:questo il giudizio delle opposizioni.
Michele Iorio e Aida Romagnuolo, dissidenti interni di Fdi, vanno dritti: votiamo la sfiducia, dicono. A vuoto il tentativo di mediazione dei vertici nazionali, non si allineano all’assessore Pallante. L’ex presidente non ha cambiato di una virgola idea su cosa bisognava fare in pandemia, il Vietri – arriva a dire in Aula – non una casa della salute ma un ospedale, non servivano 40 milioni per allestirlo a centro Covid.
Appassionata la difesa del governatore Toma, dell’esecutivo e della maggioranza lealista da parte dell’assessore Niro: «Condanno fermamente la mozione di sfiducia. Dite che siamo nell’ora più buia, lo è tutta Italia, in tutte le Regioni ci dovrebbero essere mozioni di sfiducia e così non è». La responsabilità della gestione sanitaria non è del presidente che, anzi, «attiva tutte le iniziative in suo possesso» per evitare il dilagare della pandemia e per aiutate l’economia. La conseguenza, poi, scandisce, sarebbe una nuova campagna elettorale. «Dite di avere a cuore l’interesse dei molisani e volete una nuova campagna elettorale! Dite di deprecare le poltrone e vi siete ‘sposati’ con il mondo intero per mantenere le poltrone?».
Dibattito lungo, parlano ancora Primiani, Cotugno, Facciolla, Manzo, Micone, Di Lucente, Cefaratti, Pallante.
In chiusura scintille fra Di Lucente e Fanelli, Greco e Cefaratti.
Poi il voto: finisce 11 a 10. Fanelli e Iorio nelle dichiarazioni di voto, considerandolo comunque una sconfitta per il governatore, a Toma avevano augurato: in bocca al lupo.
r.i.

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