L’ordinanza che istituisce quattro zone rosse in regione scade oggi. E non sarà rinnovata. Lo ha deciso il presidente Donato Toma dopo aver sentito i sindaci interessati – Roberti, Saia, D’Amico e Quercio – che hanno già preso o lo faranno i provvedimenti più restrittivi idonei a blindare il miglioramento della situazione epidemiologica registrato in questi giorni.
Tutto il Molise da domani quindi è in fascia arancione. Escono dal livello massimo di rischio, e di limitazioni, Termoli, Agnone, Jelsi e Toro.
La decisione è stata comunicata dal governatore ieri pomeriggio all’unità di crisi. «Mi sono rapportato con i sindaci – conferma Toma – e concordato che non rinnovo l’ordinanza. Le chiusure e le restrizioni ritenute ancora necessarie, penso alla scuola in presenza, le definiranno loro. L’Asrem ha dato parere favorevole». Fino a Pasqua, quindi, zona arancione e rossa dal 3 al 5 aprile in virtù del dpcm Draghi.
L’unità di crisi ha fatto il punto anche su altri argomenti. L’andamento della campagna vaccinale, per esempio. «Direi che da noi il dato non è affatto male, oltre 58mila dosi somministrate. Si conta di terminare gli over 80 non domiciliari a brevissimo, si è partiti con i fragili», sottolinea il governatore. Andamento, evidenzia, registrato anche da testate nazionali come Wired, il cui monitoraggio vede il Molise al top (13% della popolazione) per la prima dose.
Tra le persone vaccinate in Molise, riferisce Toma, anche i sacerdoti che portano i sacramenti nei reparti Covid: «Ho trovato giusta la richiesta che mi era stata sottoposta di mettere al sicuro i preti che portano conforto nei reparti di malattie infettive. L’ho a mia volta sottoposta ai commissari e devo dire che subito è stata accolta. Chi si reca a portare conforto, ripeto, nei reparti dove ci sono gli infetti vanno vaccinati per primi».
Accelerare la campagna per tutti e potenziare lo screening coi tamponi molecolari sono fra gli obiettivi di cui si è discusso in unità di crisi ieri pomeriggio.
r.i.

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