Chiunque conosca le abitudini spartane del governatore del Molise immagina che non si sia potuto trattare di un banchetto luculliano. Un pranzo di lavoro. Eppure, il briefing a tavola che Paolo Frattura ha organizzato lunedì a qualcuno è rimasto indigesto. Tanto da provocare la richiesta di una verifica di maggioranza.
A tuonare in Aula il giorno dopo – e dopo aver letto su Primo Piano Molise dell’incontro a cui non era stato invitato – uno degli esclusi, l’ex presidente del Consiglio Vincenzo Niro che dal governatore si aspetta di sapere se è considerato ancora parte della maggioranza o meno. Altri esclusi: Totaro, che pure durante la seduta del Consiglio ha sbottato e bollato il vertice come «riunione di una corrente», Scarabeo e Petraroia. I quattro ‘ribelli’ del centrosinistra che hanno detto no alla legge costitutiva dell’Egam.
Dal canto suo, Frattura getta acqua sul fuoco e ridimensiona la portata dello strappo. Essendo un incontro sull’Egam, ragiona, non ha invitato chi si è chiamato fuori da quella riforma. Se poi i dissidenti si sono chiamati fuori più in generale dalla maggioranza, Niro in primis, sono loro a doverlo comunicare al resto della coalizione.
Presidente Frattura, si aspettava che un mancato invito provocasse una crisi di maggioranza? Certo, però, lei dall’incontro conviviale ha escluso pezzi importanti dell’alleanza…
«Facciamo un po’ di chiarezza, io non caccio nessuno né escludo nessuno dalla maggioranza. Valuto però i fatti e le circostanze. Innanzitutto, l’incontro è stato organizzato per fare il punto sulla legge istitutiva dell’Egam. Perciò attorno al tavolo c’era chi ha votato a favore dell’ente di governo d’ambito, chi ne ha condiviso l’impianto e l’iter di approvazione».
Quindi gli assenti si sono autoesclusi, per ora dal pranzo di lunedì, quando hanno bocciato quella riforma?
«Se ci vediamo per parlare dell’Egam, io chiamo chi all’Egam ha detto sì. D’altro canto, Niro, Totaro, Scarabeo si sono comportanti coerentemente votando contro: contro ogni emendamento ed ogni articolo (perciò coerentemente). Anzi, Niro in particolare ha avuto tantissime e significative aperture dal governo regionale sulle sue proposte di modifica. Evidentemente, ha deciso di chiamarsi fuori…».
Il prossimo passo, disse prima del varo dell’Egam, sarà la legge elettorale. È sempre deciso ad accelerare, anche con questo clima un po’ teso?
«Certo. Io sono convinto che la riforma elettorale sarà portata subito in Aula. Ho dichiarato e confermo la necessità di procedere in questa direzione e di concretizzare l’impegno preso coi cittadini nella campagna elettorale del 2013. Mi auguro, e ne sono certo, che ci sia convergenza da parte della maggioranza eletta e della minoranza. Poi, se qualcuno vorrà – ripeto – chiamarsi fuori noi ne prenderemo atto…». r.i.

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