Non mi caccia, mi costringe ad andarmene. Renziano, Frattura mette in pratica questo principio. A pensarla così è l’ex presidente del Consiglio regionale Vincenzo Niro. La cui strada sembra allontanarsi ormai sempre più da quella del governatore. Sarà così davvero – percorsi diversi e probabilmente contrapposti – pure nel 2018 quando si tornerà alle urne? Se le premesse restano queste, è altamente probabile.
L’ultimo scontro sulla riunione a tavola, in un ristorante, della maggioranza. Maggioranza a 11, inviti selezionati. Esclusi in quattro, tutti eletti nel 2013 col centrosinistra di Frattura (che nel frattempo ha conquistato altri due consiglieri, Monaco e Micone): Niro, appunto, Scarabeo, Totaro e Petraroia. Lunedì il pranzo, martedì la notizia su Primo Piano: si scatena il finimondo. Niro chiede in Aula una verifica di maggioranza. Era un incontro sull’Egam, ha chiarito Frattura ieri su queste colonne, quindi sono stati invitati coloro che ne hanno approvato l’istituzione. Chi non c’era, per il presidente, si è chiamato fuori da solo.
La reazione di Niro non si fa attendere. «Nella mia attività politico-amministrativa ho sempre ritenuto importante, e ancor più corretto, affrontare argomenti che hanno peso e possibili conseguenze sul piano istituzionale nelle sedi a ciò deputate e, pertanto, nell’ultima seduta del Consiglio regionale, avendo preso atto, e con me altri colleghi, di una riunione di maggioranza a cui non ero stato invitato, ho ritenuto di dover chiedere ufficialmente, e con me altri colleghi, a chi tale maggioranza presiede, se dovevo ritenermi o meno escluso da essa. Il presidente Frattura non ha ritenuto, almeno per il momento, di rispondere nelle sedi istituzionali ma attraverso una intervista alla stampa locale, nella quale ha chiarito che lui non caccia né esclude nessuno dalla maggioranza, ma che non avendo votato la legge sull’Egam, il sottoscritto, in modo particolare, avrebbe deciso di “chiamarsi fuori”; anche se non è ben chiaro da che cosa?! Dal pranzo, che in quel momento nemmeno sapevo ci sarebbe stato, o dalla maggioranza?!».
Sull’istituzione dell’Egam, ribadisce poi Niro, «ho presentato vari emendamenti per modificare un testo che ritenevo, come ritengo quello approvato, illegittimo, sia perché frequentemente concede alla Regione di invadere ambiti di competenza degli enti locali, sia perché presenta considerevoli lacune di ordine giuridico, finanziario e patrimoniale, tali da metterne in discussione l’applicazione». Dubita, comunque, che «adesso che è istituito sia divenuto argomento di pertinenza solo di coloro che hanno votato a favore delle legge istitutiva» e non comprende, «da cosa mi sarei chiamato fuori, per non aver condiviso la sua strutturazione ed organizzazione». Per cui conclude: «Non posso non manifestare il mio dubbio che il presidente della Giunta, facendo tesoro dell’esperienza del Pd a livello nazionale, voglia elevare a sistema il principio per cui “io non ti caccio ma ti costringo ad andartene”».
Intanto all’Ansa il governatore conferma l’intenzione di accelerare sulla riforma elettorale. Tre le proposte presentate finora. Frattura dà per quasi certa l’abolizione del listino. «C’è chi vorrebbe un’unica circoscrizione, chi addirittura tre – spiega a margine della visita della ministra Fedeli – secondo la mia opinione dovrebbero entrare i primi due presidenti candidati e ci dovrebbe essere uno sbarramento per le coalizioni. Il nodo da sciogliere è quello della legittimità della sospensione del consigliere che diventa assessore e il voto disgiunto».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.