Una sorta di ‘inno alla gioia’ e al Sannio, quello di Michele Petraroia per il Benevento che per la prima volta arriva in serie A.
«Tra ospedali chiusi, giovani in fuga e famiglie in difficoltà, è sempre più difficile scorgere segni positivi che invertono la tendenza e incoraggiano le nostre comunità a reggere l’urto di una crisi economica che intreccia paure, nuove povertà, delusione e assenza di prospettive. A ciò si deve aggiungere – dice l’ex assessore regionale al Lavoro – che nelle società liquide di questo periodo storico, i processi di individualizzazione sono talmente spinti che diventa sempre più raro che un insieme di cittadini si identificano in un’appartenenza comune, in un valore condiviso, in una bandiera, un territorio, un’organizzazione o in una qualsiasi rappresentanza collettiva».
È anche per questo, secondo l’esponente di Sinistra italiana, che «dal Molise non si sono registrate particolari reazioni ad un evento sportivo che travalica il mondo del calcio ed assume un rilievo sociale più generale perché, per la prima volta nella storia, vede approdare ai vertici dello sport italiano una squadra sannita. L’impresa del Benevento non è solo un successo degli atleti e dei tifosi giallorossi che hanno sostenuto ogni passaggio con una passione incredibile, ma offre una straordinaria visibilità nazionale a tutto il territorio del Sannio, diviso dai confini amministrativi più recenti, ma unito da un comune ceppo storico, tradizioni, culture, limiti e problemi. Milioni di italiani ogni domenica vedranno scorrere le immagini di gare giocate in questo luogo sconosciuto ai più, che è il Sannio e, al di là delle vittorie e delle sconfitte sportive, un intero territorio si ritroverà sotto i riflettori nazionali. Non fosse che per queste ragioni, oltre che per testimoniare una vicinanza solidale, affettiva e di condivisione di un risultato storico per tutti i sanniti, servirebbe intensificare i messaggi di apprezzamenti e la partecipazione emotiva del Molise e dei molisani ad un bel momento di gioia che in giro per il mondo viene festeggiato con maggior calore dagli emigranti ed oriundi beneventani, campobassani, isernini e sanniti, perché considerano quella vittoria una loro vittoria e ne sono fieri».

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