CAMPOBASSO. Il calendario venatorio piace ai cacciatori. Le associazioni di categoria sono uscite allo scoperto e affermato pubblicamente che si tratta «della migliore campagna degli ultimi dieci anni».
Di contro non piace alla II commissione consiliare che sull’argomento si è espressa negativamente (a favore hanno votato Micone e Monaco, ndr). Poco importa. Il parere infatti non è vincolante e non fermerà il lavoro della giunta regionale.
«È stato realizzato insieme alle associazioni, insieme a chi vive il mondo della caccia nel rispetto dell’ambiente e delle fauna» precisa il consigliere delegato Cristiano Di Pietro. Che a Primo Piano Molise indica i punti di forza di un’agenda compilata «ascoltando il territorio, attenendosi alla legge – la 157 del 1992 -, ricevendo i rilievi dell’Ispra, superati con nostre valutazioni, e dunque concertando il tutto con le associazioni».
Un lavoro che ha permesso di introdurre novità accolte favorevolmente da chi la caccia ce l’ha nel sangue «come le pre-aperture già dai primi di settembre, le due giornate dedicate alla quaglia e l’allungamento del periodo in cui è consentito cacciare fino al 10 febbraio».
Cose mai viste negli ultimi dieci anni, appunto. Ma Di Pietro guarda anche al futuro di un settore da troppo tempo abbandonato a se stesso e che ha bisogno «di un monitoraggio che ci permetta di ampliare il periodo e di investire come stiamo già facendo, ad esempio, nello studio alla volpe o alla quaglia».
Un lavoro continuo, incessante. Dedicato altresì all’emergenza cinghiali che attanaglia il Molise e il resto della penisola. Un problema «che abbiamo voluto prendere di petto – aggiunge Di Pietro – con numerosi interventi in Consiglio regionale, chiedendo lo stato di calamità ed emergenza e cercando di intervenire direttamente con Roma perché si tratta di un fenomeno che va controllato ed arreca danni all’agricoltura, mette a rischio l’incolumità dell’uomo e incide fortemente sulla sicurezza stradale».
L’esponente de ‘Il Molise di tutti’ si è spinto oltre e ha chiesto alla commissione parlamentare di essere ascoltato, appello che però è caduto nel vuoto. Insieme al presidente della giunta regionale Frattura ha cercato invece di fissare una sessione monotematica della Conferenza Stato-Regioni – a dimostrazione che il fenomeno non interessa solo il Molise – per modificare l’articolo 18 della legge 157 del 1992 affinché il periodo di caccia al cinghiale passi da tre a quattro mesi e per ampliare il periodo delle giornate, ora fermo a tre giorni a settimana.
«In attesa delle modifiche da parte del Parlamento – conclude – in Molise abbiamo attivato la caccia di selezione con il parere favorevole dell’Ispra, sia sugli abbattimenti oltre i 1100 capi in selezione, sia sui corsi che ci permetteranno di formare cacciatori molisani abilitati alla caccia di selezione per tutto l’anno». pie.bor.

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