Pare non sia particolarmente ambita. Comunque, la poltrona da sub commissario della sanità del Molise resta vuota. Attesa per il Consiglio dei ministri di venerdì, la nomina è saltata. Così, per contratti coi privati e budget, nuovo piano operativo e piano degli interventi a valere sui 50 milioni del Pnrr salute, tutto resta fermo. Perché, dice il presidente della Regione Donato Toma, «non voglio rischiare di assumere decreti importanti che potrebbero essere impugnati perché manca la firma del sub commissario».
Annamaria Tomasella, gradita alla Lega e indicata dal Mef come vice di Flori Degrassi e confermata quando commissario è diventato il governatore, ha scelto la Sardegna a fine dicembre. L’ultimo giorno del 2021 è stata nominata a capo dell’agenzia regionale per la Salute. E non è stata ancora sostituita. A Roma tutto si è fermato per l’elezione del Capo dello Stato, poi sono cominciate le interlocuzioni con i ministeri interessati, Salute ed Economia. Sul tavolo ci sarebbero alcuni nomi, non tanti. Per prassi, è il Mef a scegliere il sub, figura più amministrativa che di programmazione, e il dicastero oggi guidato da Speranza indica il capo della struttura commissariale. Con il ministro Franco, Toma ha avuto quindi un confronto. «Eravamo rimasti che al massimo entro questa settimana mi avrebbero sentito per la nomina. Questo non è avvenuto e non so perché. Ad ogni modo da mercoledì sarò nella Capitale per una serie di incontri e cercherò di chiudere anche questo dossier perché per noi è cruciale. Io ho bisogno di un sub commissario che mi segua tutta una serie di problematiche in sanità. Capisco che il governo ha cose più importanti, ma il Molise – conclude Toma – merita rispetto».
Intanto, sono in arrivo altri 400 milioni per le spese sostenute delle Regioni per far fronte all’emergenza Covid e per sterilizzare l’aumento della bolletta energetica per le strutture sanitarie.
Ancora, 250 milioni per l’acquisto di farmaci antivirali e infine un fondo da 15 milioni in favore dei familiari degli operatori sanitari, assistenti sociale e operatori socio-sanitari deceduti a causa del Covid.
Queste le misure per la sanità contenute nel decreto legge ‘Energia’ approvato venerdì dal Consiglio dei ministri. Rispetto alle spese Covid, le Regioni nei mesi scorsi hanno denunciato un ammanco di 2,2 miliardi sui bilanci del 2021 dovuto ai costi generati dalla pandemia. L’ulteriore intervento si aggiunge ai 600 milioni stanziati nel decreto fiscale e agli altri 400 inseriti dal governo nel decreto Sostegni in modo da evitare lo spettro del piano di rientro per molte Regioni. Inoltre, sempre i governatori hanno stimato come il caro bollette solo per la gestione della sanità avrebbe un impatto di circa 1 miliardo.
I 250 milioni per gli antivirali sono, invece stanziati a favore della struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo. E, dopo la levata di scudi per la bocciatura in Senato dei ristori per i familiari dei sanitari vittime del Covid, il governo Draghi ha posto rimedio appostando 15 milioni per il 2022. Servirà in ogni caso un decreto per disciplinare le modalità attuative.

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